I siti culturali valdostani registrano un aumento di ingressi e di incassi

In occasione della Giornata internazionale dei musei, la Regione Valle d’Aosta presenta i dati su turismo e cultura: +57% di ingressi e +87% di incassi in dieci anni. Castelli e siti archeologici trainano la crescita.
Castello Reale di Sarre
Cultura

In occasione della Giornata Internazionale dei Musei promossa da ICOM, la Sala civica del MegaMuseo di Aosta ha ospitato l’incontro I musei in trasformazione: nuove prospettive per la Valle d’Aosta, organizzato dalla Regione autonoma Valle d’Aosta in collaborazione con il Coordinamento regionale ICOM Piemonte e Valle d’Aosta. La giornata di studi è stata l’occasione per delle riflessioni e lo svelamento di alcuni dati relativi al patrimonio culturale valdostano che, da ormai 10 anni si è non solo ampliato, ma dotato di sistemi di comunicazione sempre più contemporanei.

Se è vero, come sottolinea la dirigente del Patrimonio storico artistico e gestione siti culturali della Regione Valle d’Aosta Viviana Vallet, che il patrimonio culturale è un bene pubblico e come tale è un servizio del pubblico, le strategie messe in campo devono essere sempre più all’ascolto dei fruitori e delle loro necessità, senza dimenticare la loro valorizzazione e il loro valore anche a livello turistico. E proprio a livello turistico si inserisce la restituzione delle analisi sui siti culturali e turismo in VdA svolto da Jean-Paul Tournod di Turismok e che tira le fila non solo del primo trimestre del 2025, ma di un decennio di vita del parco culturale della Regione.

Lato visitatori, gli ingressi medi presso i siti culturali si attestano a 451.000 annui (13-100 mila mensili) e negli ultimi 10 anni si registra un aumento del + 57% degli accessi. Ad alzare e non poco le statistiche soprattutto il biennio 2022-2023 che ha registrato ottime performance, l’equa ripartizione degli ingressi vedono i castelli con 245 mila ingressi medi annui e i siti archeologici con 210 mila ingressi medi annui. Per quanto riguarda il periodo prescelto si notano degli accessi con forte componente estiva e primaverile, laddove i castelli hanno un picco estivo, mentre i siti archeologici sono apprezzati in primavera e non hanno una flessione nel resto dell’anno, ma sono stabili.

aymavilles
Proiezione al Castello di Aymavilles – immagine del Gran Paradiso Film Festival

Provenienza, fasce di età e sesso sono dati altrettanto utili alla comprensione di chi sceglie (o meno) la Valle d’Aosta e i suoi siti culturali per una vacanza o una breve fuga: principalmente italiani (in particolare lombardi e piemontesi), i visitatori nostrani la fanno da padrone contro una quota di visitatori stranieri che, nel tempo, ha acquisito importanza; in particolare con provenienza da Francia e Svizzera. L’età media si attesta intorno ai 46  anni, e le due fasce d’età che meglio individuano il target di visitatori sono quelle comprese tra i 46-65 anni e 31-45 anni. Se la maggior parte dei visitatori sono di genere femminile, in generale i visitatori ai siti culturali effettuano l’esperienza in coppia o in famiglia con i propri figli. Nel tempo le visite delle famiglie con figli ai siti culturali sono aumentate.

Siccome “pecunia non olet”, è importante parlare anche di incassi, settore che ha visto dal 2016 al 2024 l’incasso medio annuo attestarsi attorno a 1,5 milioni
di euro (contributo castelli circa 70% del totale); e l’incremento significativo degli incassi (+87%) è derivato dall’aumento dei siti visitabili, un adeguamento delle tariffe e la variazione delle politiche di scontistiche e gratuità. Infatti, l’aver adattato i prezzi e l’aver creato un biglietto unico per diversi siti aostani ha sicuramente contribuito a questa crescita. Il prezzo medio dei biglietti d’ingresso è un trend in crescita che aumenta da 2,50 euro a biglietto nel 2016 a 4,07  euro nel 2024. Se gli ingressi del 2024 sono paragonabili al biennio pre pandemia (2018–2019), rispetto a questo periodo l’incasso medio è aumentato del +40%.

TurismOK x VdA Heritage
TurismOK x VdA Heritage

I modi con cui comunicare i siti culturali valdostani è cambiato nel tempo, senza evitare i canali tradizionali, ma andando a implementarli con nuovi strumenti che nel tempo sono diventati sempre più fondamentali: sì la cartellonistica per chi è già in loco, ma l’avvento dei social media, i siti internet di facile navigazione e l’attenzione anche ai siti di recensioni.

Tutto positivo? No, alcune criticità permangono e la più forte sembra essere un solito ritornello, ovvero il dover fare rete, non solo tra siti culturali, ma anche con il network turistico e le zone più turistiche della regione (Monte Bianco e Monte Cervino), dove andare a pescare i visitatori che non vengono in Valle per motivi culturali, ma che potrebbero ricredersi. Altro tasto dolente le lingue: se è vero che i supporti ai visitatori sono multilingue, permangono delle difficoltà con lo staff presente in diversi siti e che non sempre riesce a soddisfare a pieno le esigenze dei visitatori.

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