Il virus non ferma la musica: quando i “beat” si spostano su Instagram

Il produttore valdostano Raffaele "Neda" D'Anello si reinventa offrendo beat, sample e campioni dalla sua pagina Instagram. Dietro la preoccupazione per la crisi post-Covid la ricerca di nuovi modi per creare musica e collaborare con artisti.
Cultura

Un momento difficile per il mondo della cultura e dello spettacolo coincide con una fase delicata anche per le maestranze che lavorano dietro le quinte; tra queste Raffaele “Neda” D’Anello, proprietario dello studio di registrazione MeatBeat, a Sarre, che tra gli ultimi ha prodotto i We Are Waves, realtà ormai consolidata in Belgio e Francia.

Il valdostano, che da anni produce alcuni tra gli emergenti migliori della scena italiana, e non solo, prova a guardare al futuro con ottimismo e voglia di fare. Neda non nega le paure per un’apertura post Covid-19 che potrebbe essere ritardata e piena di complicazioni: “Non so se lo studio reggerà il colpo di questa crisi, a meno che non ci siano risposte valide e che non si dia una grande mano al comparto”.

Il periodo, difficile e duro da analizzare, non gli ha però impedito di guardare oltre e cercare nuovi modi per creare, per comunicare e per continuare una parte del suo lavoro che, normalmente, non può essere svolto a distanza. A distanza però possono essere prodotti i beat, i sample e la campionatura che può fare da base a cantanti e musicisti: inizia così una nuova avventura esclusivamente via Instagram.

Nasce infatti ThaFatMonk, un generatore di beat di qualità per dare un qualcosa in più a chi in quarantena si è trovato senza studi di registrazione, ma con molta voglia di creare: “Ho voluto fare questa piccola sfida con me stesso. In sostanza io arrivo dal mondo rap: ho iniziato, quando ero un adolescente, a cercare di creare basi rap, poi la vita mi ha portato ad allargare i miei orizzonti e a lavorare come produttore artistico su diversi generi, ma quella fiamma è sempre rimasta. Quindi ho deciso di iniziare a creare e limitarmi il più possibile con la strumentazione: tutte le produzioni presenti su Instagram sono interamente create con un semplice Ipad, niente mix da studio e nessuna strumentazione. Sono produzioni a disposizione di chi vuole comprarle o di chi vuole collaborare con me anche a livello più ampio”.

Il progetto di Neda non è stato solo un modo per tenersi aggiornato o continuare a essere impegnato in un periodo di stallo, ma gli ha permesso di lavorare e percepire un’entrata: “Fatmonk sta andando molto bene e grazie a questo sono riuscito a sostenermi durante la quarantena, periodo nel quale non è arrivato nessun aiuto da parte delle istituzioni per il mio settore”.

La svolta della quarantena di Neda porta il valdostano molto vicino alle produzioni trap, genere che ha continuamente bisogno per esistere di beat che sostengano la melodia e i testi, ecco perché ogni post è la presentazione di una nuova produzione, a disposizione di chiunque fosse interessato, ma la piccola riconversione di Meatbeat non è del tutto improvvisata: “Questa ‘svolta’ verso il mondo della trap non è stata per niente forzata, sono sempre stato appassionato del genere e ho cercato di sfruttare il tempo a disposizione per creare produzioni e aprire nuovi canali di collaborazione anche all’estero, infatti al momento sto lavorando a due produzioni per 2 artisti parigini. Tutto il mondo dello spettacolo e più in generale della musica si è congelato, ma gli artisti da casa hanno continuato a scrivere a creare sopratutto in ambito trap e rap dove non c’è bisogno di grossi mezzi rispetto ad una band che ovviamente senza studio di registrazione si trova completamente bloccata”.

Cercare di lavorare trovando un altro modo di fare musica, a distanza, ma proponendo di continuare il flusso della creazione è un modo per non sedersi e anche un segno di speranza per una categoria che ancora cerca risposte su come e quando si potrà ricominciare un graduale ritorno alla normalità. La speranza è quella di non doversi ritrovare con un mondo artistico e culturale che non riuscirà a far fronte alla crisi e più i giorni passano, senza risposte e progetti, e più questa ipotetica realtà spaventa i protagonisti dello spettacolo: “Al momento mi sto preparando con il mio socio allo studio, Stefano Ungari, alla riapertura al pubblico e spero vivamente che arrivi un supporto serio e concreto. Noi creiamo la musica che fa da sottofondo alle vite di tutti, creiamo spettacolo e cultura e nonostante sia impossibile da immaginare un mondo senza, siamo stati abbandonati“.

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