Incontro sul “significato degli oggetti “nell’ambito della mostra di Mendini

Quali cose siamo. La psicologia degli oggetti. Divagazioni tra poltrone e cavatappi. Da questo fil rouge parte l’incontro che alle ore 17,30 si terrà al Centro Saint-Bénin di Aosta nell’ambito della mostra “Alessandro Mendini. Empatie".
La Poltrona Proust di Mendini
Cultura

Quali cose siamo. La psicologia degli oggetti. Divagazioni tra poltrone e cavatappi. Da questo fil rouge parte l’incontro che alle ore 17,30 si terrà al Centro Saint-Bénin di Aosta nell’ambito  della mostra “Alessandro Mendini. Empatie. Un viaggio da Proust a Cattelan”. Il dibattito, moderato da Alberto Fiz e Daria Jorioz, prevede la partecipazione dello storico dell’architettura e del design Fulvio Irace, professore ordinario presso la Scuola del Design del Politecnico di Milano e visiting professor all’Accademia di Architettura di Mendrisio. Ha collaborato con Abitare, Casabella, Arquitectura Viva e dal 1986 è opinionista d’architettura per il supplemento domenicale de Il Sole 24 Ore. Insieme a Irace sono presenti il designer valdostano Claudio Bitetti e Massimo Giacon, cartoonist, musicista e designer irriverente presente in mostra con un disegno a fumetto dedicato ad Alessandro Mendini e Maurizio Cattelan.

L’appuntamento ha lo scopo di mettere in evidenza la componente psicologica dell’oggetto che va oltre la sua funzione. Non a caso il titoloQuali cose siamo prende spunto dal progetto realizzato da Mendini nel 2010 per Triennale Design. Come ha scritto proprio Mendini in un suo testo Oggetti ad uso spirituale “occorre che gli oggetti siano strumenti critici per liberare lo spazio interiore, luoghi dove svolgere pensieri eterni, dove essere di ora in ora coscienti della propria condizione.” E ancora: “gli oggetti servono all’uomo per meditare su se stesso, per organizzare il suo intorno vivibile, inteso come estensione diretta della problematica interiore.”

La mostra Alessandro Mendini. Empatie. Un viaggio da Proust a Cattelan aperta sino al 26 aprile 2015 è un progetto espositivo a cura di Alberto Fiz realizzato in collaborazione con l’Atelier Mendini, che ha ideato un allestimento composto da una serie di strutture verticali policrome, simili a paraventi, collocate nella navata centrale del Centro Saint-Bénin, in grado di modificare radicalmente la percezione dello spazio e la sua fruizione. Sono oltre 80 le opere esposte tra dipinti, disegni, progetti, sculture, mobili, oggetti d’arredo creati dall’inizio degli anni settanta sino a oggi, in un percorso scandito da una serie di incontri e contaminazioni con grandi esponenti della letteratura, del design e dell’arte.

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