La Notte Bianca, un musical su Wojtyla, è approdato al Giacosa

I ragazzi dell'oratorio che riunisce le parrocchie di Vert, Donnas e Pont Saint Martin hanno raccontato gli anni intensi del giovane "Lolek", studente appassionato di teatro nella Polonia dominata dai nazisti, poi sacerdote e infine Papa.
La notte bianca
Cultura

Portare in scena un musical non è facile. Soprattutto se bisogna partire da zero: scrivere il soggetto e la sceneggiatura, trovare le risorse, cercare i costumi, preparare gli attori, la scenografia, curare un'infinità di dettagli. L'oratorio Giovanni Paolo II, che riunisce le parrocchie di Donnas, Pont Saint Martin e Vert, è riuscito nell'impresa, realizzando lo spettacolo "La Notte bianca", dedicato alla figura di Karol Wojtyla. La serata è stata aperta dal concerto della giovane rock band "Cambio Scena". "La Notte bianca" ha richiesto una lunga gestazione, ma il risultato ha premiato gli sforzi di tutti. Il musical è andato in scena all'auditorium di Pont Saint Martin sabato 10 aprile, per poi approdare ieri sera sul palcoscenico del Giacosa di Aosta. Sono un centinaio le persone che hanno collaborato al progetto, concepito nove mesi fa dalla Commissione teatro 2010 dell'oratorio, e scritto, in particolare, da Massimo Ratto, che ha curato la regia dello spettacolo. Trattandosi di un musical, è stato possibile assegnare un ruolo a moltissimi giovani e giovanissimi, che hanno recitato, cantato e ballato. Degni di nota erano i costumi, in parte opera di fantasia, come quelli dei ballerini, e in parte, come le uniformi dei soldati, realistici e adatti al periodo storico rappresentato.

Lo spettacolo, suddiviso in brevi scene, racconta la vita di Lolek, come affettuosamente era chiamato da amici e parenti il futuro papa Giovanni Paolo II. Il musical si apre mostrando un giovanissimo Karol Wojtyla da bambino, alle prese con eventi dolorosi come la morte della madre, e prosegue con la sua giovinezza, funestata dall'invasione nazista, ma illuminata dalla passione per il teatro. Finita la guerra, prosegue il racconto del percorso esistenziale del giovane Lolek, prima  sacerdote, poi vescovo, arcivescovo e infine cardinale, ma sempre, come ha sottolineato don Paolo Quattrone, presidente dell'oratorio, "carico di una sua profonda umanità". Lo spettacolo procede per brevi capitoli, intervallati da scene di ballo e canto. Il racconto si arresta nel momento in cui il semisconosciuto Karol diventa papa. A quel punto la sua immagine diventerà di pubblico dominio, sarà ripresa da milioni di telecamere, farà il giro del mondo, entrerà in tutte le case attraverso la televisione. Papa Giovanni Paolo II diventerà una delle grandi icone del '900, e il resto è storia.

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