Si tratta di opere che non hanno titolo né firma evidenti, perché esse non gli appartengono completamente, non sono finite se non nello sguardo di chi le affronta e se ne lascia, per quanto possibile, suggestionare. Su queste basi si innesta il gioco interattivo tra lo spettatore e le tre opere principali di questa esposizione. Di fronte a ciascuna opera, un piedistallo sul quale è poggiato un quaderno con una penna, permetterà allo spettatore di avere un ruolo di primo piano. Il visitatore, infatti, se ne avrà voglia e se ne troverà uno potrà scrivere su carta il titolo che per lui meglio rappresenta quello che gli sta davanti. Con questo escamotage si ribalta così quel concetto che vuole il pubblico semplice spettatore. “L’arte contemporanea è partecipazione, partecipazione attiva nella percezione” si legge, infatti, nella nota di presentazione dell’esposizione.