“L’altra metà della musica”, gli spartiti dimenticati delle donne risuonano alla Cittadella

Le migliori pagine scritte da compositrici vissute a cavallo tra l’ottocento e il novecento costituiscono il programma dell’iniziativa, che proseguirà con un concerto il 20 novembre ad Aymavilles. Le autrici furono relegate nell’oblio in quanto donne.
L'altra metà della musica
Cultura

Si dice che dietro un grande uomo ci sia sempre una grande donna. Questa affermazione è stata spesso spacciata come un riconoscimento rivolto al cosiddetto gentil sesso, ma in realtà nasconde una cruda e impietosa verità, niente affatto favorevole alle donne. La parola chiave, infatti, è “dietro”. Il contributo delle donne alla cultura e alla vita pubblica e alla cultura, storicamente, è sempre stato negato, subordinato all’ingombrante visibilità assegnata di diritto agli uomini. Questo è accaduto in tutti gli ambiti della cultura, compreso quello musicale.

Il progetto “L’altra metà della musica”, organizzato dall’associazione “Mont Rose de la Vallée d’Aoste”, ha portato alla luce un tesoro sommerso, alcune composizioni scritte da donne che vissero a cavallo tra l’ottocento e il novecento. Ieri sera alla Cittadella dei Giovani si è svolto un concerto – conferenza, durante il quale sono stati presentati brani e composizioni da camera di Fanny Mendelssohn, Clara Schumann, Luise Farranc e Mélanie Bonis, interpretati dalla pianista Alba Gentili-Tedeschi e dall’ensemble d’archi “Le cameriste ambrosiane”, di Milano. La docente di storia della musica del conservatorio G. Verdi di Milano Pinuccia Carrer ha introdotto la serata e contestualizzato le varie opere e autrici, raccontando uno spaccato della vita culturale dell’epoca romantica. “E’ solo a partire dagli anni ottanta che stiamo riscoprendo questo patrimonio”  ha affermato.

“Lo studio di uno strumento faceva parte dell’educazione musicale delle fanciulle dell’aristocrazia e dell’alta borghesia, ma non era assolutamente previsto che una donna oltre che interprete, fosse anche compositrice. Perfino nelle famiglie culturalmente raffinate e aperte come quella di Fanny Mendelssohn, sorella del più celebre Felix, e nipote del filosofo Moses, un simile atto era considerato fonte di scandalo, e mantenuto segreto”. Mélanie Bonis, compositrice dell’inizio del ventesimo secolo, in una lettera indirizzata alla figlia, scrisse:  “Ma grande tristesse: ne jamais entendre ma musique”. Poche donne osavano contravvenire alle aspettative della famiglia e della società scrivendo musica. E moltissime composizioni di cui si ha notizia sono semplicemente scomparse, vittime del silenzio imposto. Alcune compositrici firmavano gli spartiti con uno pseudonimo maschile, oppure attribuivano le loro opere a un parente, marito o fratello.

Vari lieder di Felix Mendelssohn vennero scritti, infatti, dalla sorella Fanny. La biografia delle protagoniste della serata ha offerto molteplici spunti di riflessione, ma la migliore ambasciatrice del valore intrinseco di queste pagine dimenticate della cultura occidentale è stata la musica. Di fronte alle composizioni di queste pioniere dimenticate non è possibile non riconoscere il torto che è stato fatto a generazioni di artiste. Il programma de “L’altra metà della musica” prevede un secondo e ultimo appuntamento, che si svolgerà sabato 20 novembre. L’auditorium di Aymavilles ospiterà un concerto sinfonico, interpretato dall’ensemble femminile dell’associazione “Mont Rose de la Vallée d’Aoste”, promotrice delle due serate, e nuovamente dall’ensemble “Le cameriste ambrosiane”, con la direzione di Stéphanie Praduroux.

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