La Saison Culturelle prepara il palcoscenico al musical dove cultura, conoscenza della propria lingua, diventano il fulcro narrativo dello spettacolo, lunedì e martedì, 25 e 26 novembre, va in scena al Teatro Splendor di Aosta “My fair Lady”, che dal 1956 ottiene un enorme successo in tutto il mondo. L’adattamento e regia sono di Massimo Romeo Riparo e in scena vedremo attori del calibro di Vittoria Belvedere, Luca Ward, Enrico Baroni e Giulio Farnese, che si alterneranno in questo revival italiano che ripercorre la favola della povera e rozza fioraia trasformata in principessa da un ostinato e burbero professore di fonetica.
Il musical è di quelli che non perdono vigore nel tempo e tale forza sta proprio nel racconto e nelle emozioni che fa scaturire, nei sorrisi che taglia sulla bocca del pubblico e all’universalità del suo linguaggio musicale. Senza dimenticarci dell’attualità dei temi trattati: “fair lady” è la Cenerentola di tutti i tempi che cerca il riscatto sociale, accettando il rischio di perdere la sua identità e le sue radici culturali.
My Fair Lady ha debuttato, nella sua versione rivista da Massimo Riparto nel dicembre 2012 per poi toccare le principali città italiane e altre ancora. In Italia My Fair Lady è stato proposto per la prima volta nel 1964 con attori protagonisti Gianrico Tedeschi e Delia Scala, nello stesso anno in cui uscì anche la versione cinematografica con Rex Harrison e Audrey Hepburn.
…Cosa c’è di più sublime che colmare il dislivello che separa classe da classe, anima da anima… così recita il Prof. Higgins, il “pigmalione” che affida al modo di parlare il passepartout per il riscatto sociale di una rozza fioraia. Già, il modo di parlare… anche questo è un tema che di giorno in giorno si fa sempre più attuale. La perdita delle proprie radici culturali, l’omologazione e la globalizzazione della società contemporanea hanno fatto svanire il rapporto tra l’essere umano e la propria cultura. Inutile dire quanto questo sia caro anche alla Valle d’Aosta. Ecco allora che “My Fair Lady” si impone come il sogno che non vuole svanire, come la favola “possibile”, rappresenta il lieto perdersi in una tempesta di sentimenti.