“Non esiste incurabilità”: lo scrittore Nuti e lo psicanalista Lolli a confronto

L’incontro tra lo psicanalista Franco Lolli, autore del saggio “Riabilitare l’inconscio” e lo scrittore di “Nel mare del caso”, Gianni Nuti, diventa occasione per una riflessione profonda sul senso della vita e sull’interazione con l’altro.
Gianni Nuti e Franco Lolli
Cultura

“Di insolubile non c’è nulla, nemmeno la morte” è il fil rouge che lega il saggio “Riabilitare l’inconscio” dello psicanalista Franco Lolli e il romanzo “Nel mare del caso” di Gianni Nuti, messi a confronto alle 18 di venerdì 23 novembre alla cittadella dei giovani di Aosta in un incontro voluto dal centro di clinica psicoanalitica per i nuovi sintomi Jonas di Aosta e moderato dalla sua responsabile Battistina Bertino.

In “riabilitare l’inconscio” Lolli, che fa parte dell’Associazione Lacaniana Italiana di Psicanalisi (ALIPSI) ed è supervisore clinico di molti centri pubblici e privati, riflette sull’esperienza vissuta in una casa di accoglienza dove sono ospitate persone con gravi deficit fisici e soprattutto psichici. “Quello che cerco di descrivere nel testo è il tentativo che abbiamo fatto di creare un luogo dove ospitare disabili intellettivi con gravi ritardi e gravi problemi di comportamento. Il tentativo è stato quello di scommettere di poter fare qualcosa con persone adulte considerate ormai croniche e intrattabili.” Sono toccanti e incisive le vicende vissute da Lolli e dai suoi racconti traspare una spiccata sensibilità che lo porta a considerare il disabile nella sua soggettività ossia come individuo in grado di comunicare, seppur non sempre tramite lo strumento canonico della parola, e in quanto tale dotato di una certa capacità di interazione che permette di identificarlo come persona. “Nel rapportarmi con queste persone, alcune delle quali vaneggiano alternando parolacce, bestemmie e parole senza senso, sento che c’è un punto di incontro.” spiega Lolli “Vogliono essere ascoltate, riconosciute come persone. Sono momenti di intensità profonda, che spiccano in una dimensione generale di incomunicabilità. La nostra missione è di restituire un senso laddove un senso non c’era più. Non esiste incomunicabilità”.

Il problema della comunicazione in primis con la famiglia e la complicata relazione tra essere e apparire emergono insistentemente anche dalle pagine dell’ultima fatica letteraria di Gianni Nuti, musicista e direttore presso le politiche sociali di Aosta. “Nel mare del caso” da voce alla defunta Alma, ragazza disabile che, dopo essere morta annegata, racconta della sua vita, delle sofferenze dei genitori Magda e Alfiere, dell’autoritaria nonna Negra che è portavoce dell’ideologia cattolica che etichetta la disabilità come peccato e che cerca si omologare la diversità. L’ambizioso obiettivo è di trovare una logica e un senso ultimo a un’esistenza che apparentemente non ne ha. “La ragazza che parla non ha voce ma in realtà ha un suo modo di descrivere le pulsioni di cui ha parzialmente conoscenza. Ciò che gli altri vedono è espressione di una sostanza dell’essere molto grande. Sono partito da lei perché a lei bisogna dare la voce che non ha.”

“Appena ho letto il libro di Lolli ne ho capito l’importanza. Dice molto di più di ciò che vuole dire. I due libri hanno molto in comune e guardano alla disabilità in un’ottica diversa. Ringrazio Battistina Bertino per avere pensato al confronto” ha commentato Pier Giorgio Curti, direttore della collana “Oltre la Disabilità”

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