Prima fila: “Up” e “Funny People”

"Up", il nuovo gioiello della Pixar, dimostra ancora che l'animazione è un mezzo, uno strumento espressivo del linguaggio cinematografico e non un genere a parte. Funny People" forse non è il film della maturità del suo regista/sceneggiatore, Judd Apatow.
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Cultura

Up

Ricevendo il Leone d'oro "collettivo" alla Pixar dalle mani di George Lucas, John Lasseter e gli altri pilastri della ormai mitica casa di produzione (tra i quali Pete Docter, regista di "Up") hanno sottolineato ancora una volta la regola aurea del loro successo: l'animazione è un mezzo, uno strumento espressivo del linguaggio cinematografico e non un genere a parte. Niente canzoni, quindi, e niente storie d'amore tra principi azzurri e belle addormentate o tra orchi e orchesse, né villaggi incantati minacciati dalle forze del male.  
Carl, il protagonista di "Up", è un anziano che non ha più fiducia in nulla. E' rimasto vedovo e la sua casa è piena di ricordi e mobili consunti. Da dietro i suoi occhiali il mondo ha perso vita e colore. Una cosa sola gli rimane da fare: realizzare un folle sogno coltivato per  anni con sua moglie.  
Che il volto di Carl sia modellato su quello di Spencer Tracy per come appare in "Indovina chi viene a cena?" è sicuramente un dettaglio trascurabile per almeno il 50% dei  suoi spettatori (quelli nati dopo l'uscita di "Toy Story",1995, primo successo internazionale della Pixar), ma la raffinatezza con la quale viene reso ogni dettaglio dell'ambiente dove vive –  dalla pelle usurata delle poltrone ai riflessi delle migliaia di palloncini che fanno volare casa sua fino all'altro emisfero – è un prodigio di artigianato digitale che non lascia indifferente  nessuno degli spettatori di "Up", che lo scoprano in 3D o nel corso di una normale proiezione  bidimensionale.  
Eppure "lottare contro la precisione dei computer" è un altro dei mantra della Pixar, dove i computer sono al servizio delle intuizioni narrative e di regia e non viceversa. Ed è molto probabile che quando, tra 50 anni, si guarderà ad "Up" e agli altri capolavori prodotti e diretti da Lasseter e compagni non si studierà tanto la perfezione dell'animazione quanto  piuttosto l'eleganza e la vivacità del racconto.
Per saperne di più su Up
Monsters & Co. (U.S.A., 2001) Altro grande successo – e unico altro lungometraggio – diretto da Docter, ne porta la firma per le sequenze "sospese nel vuoto" che ricordano il volo della casa di Carl in "Up". Si tratta qui della celebre scena delle porte, nella quale i due protagonisti (Sully e Mike), appesi a un  nastro trasportatore, inseguiti dal mostro "cattivo" Randall, entrano ed escono da decine di porte che collegano il mondo dei mostri a quello della realtà. E' all'origine del cortometraggio "Mike's new car", disponibile con il film nel dvd Disney/Pixar.
 

Funny People
I Cahiers du Cinema gli hanno dedicato la copertina e negli Stati Uniti, nonostante il parziale insuccesso in sala, è stato celebrato come il film della maturità del suo regista/sceneggiatore, Judd Apatow. "Funny people" è la storia di uno stand-up comedian, un comico di successo al quale  viene diagnosticata una malattia terminale. La tragicità del tema non è però l'unica variazione rispetto alle prove precedenti di Apatow. Prima di tutto, nell'attribuzione dei ruoli: il suo attore feticcio Seth Rogen viene retrocesso al ruolo di comprimario e fa, letteralmente, da spalla al  protagonista Adam Sandler, autentica star della comicità U.S.A. non nuovo ad esperienze a  mezze tinte (come in "Punch Drunk Love" di Paul Thomas Anderson). Ma poi anche nella scelta di collaboratori tecnici più validi e capaci di scelte meno scontate, con in testa Janusz  Kaminski, il direttore della fotografia di Steven Spielberg.  L'autore di "40 anni vergine" rimane però sempre l'autore di "40 anni vergine" e risulta difficile non guardare almeno una volta l'orologio prima della fine di questo film di 145 minuti.  Come riuscita prova di maturità bisognerà forse aspettare il prossimo film ma Apatow dimostra qui di saper guidare una macchina narrativa più complessa di quelle messe insieme  finora.

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