Ispirata alla biografia del pittore americano Mark Rothko, morto suicida nel 1970, rappresentante più drammatico dell’espressionismo astratto in quegli anni in America, la pièce “Red” che va in scena questa sera al Teatro Giacosa di Aosta, porta in scena il ritratto di un uomo ambizioso, egocentrico e vulnerabile, uno dei più grandi artisti-filosofi del ‘900, per il quale «la pittura è quasi interamente pensiero… metter il colore sulla tela corrisponde al dieci per cento del lavoro, il resto è attesa».
Alla regia Francesco Frongia e il testo è dell’americano John Logan, interpretato da Ferdinando Bruni. Inedito in Italia, Red negli Stati Uniti era stato un caso, dopo il successo al Golden Theater di Broadway e al Donmar Warehouse di Londra e sei Tony Award nel 2010. John Logan, l’autore, sconosciuto sui palcoscenici italiani, è noto come sceneggiatore di molti capolavori cinematografici: dai film di Scorsese The Aviator e Hugo Cabret (nomination per l’Oscar 2012), a Sweeney Todd di Tim Burton fino a Lincoln di Steven Spielberg. Pittura ed estetica, etica e spiritualità, istinto e percezione, apollineo e dionisiaco, arte effimera o necessaria, quadri come merci e prodotti: tutti temi importanti che l’autore non teme di portare in scena, fino a farli diventare materia teatrale intensa e struggente, calata nello scontro umano e concreto che contrappone un allievo e il suo maestro.
Ironica e divertente, profondamente drammatica, la pièce gira intorno al dialogo tra l’artista e il suo assistente, volenteroso e sempre sopra le righe, Ken, interpretato dal giovane Alejandro Bruni Ocaña. Rotchko osserva i suoi dipinti e li fa osservare all’assistente e da qui parte lo scontro tra i due personaggi che porta il pubblico a scoprire l’artista e il periodo artistico in cui visse. La scenografia sarà tra i protagonisti dello spettacolo con grandi tele in diverse tonalità che sfumano dal rosso al nero mentre altre attendono di venire al mondo.
