Il sipario sulla Saison Culturelle si apre giovedì 11 e venerdì 12 alle ore 21 al Giacosa di Aosta con la sezione Teatro e con il poema epico-cavalleresco a firma di Ludovico Ariosto, o meglio, va in scena la rivisitazione dell’Orlando Furioso, poema del 1532, con l’adattamento teatrale e la regia di Marco Baliani, che il pubblico valdostano ha avuto modo di apprezzare nella scorsa stagione con “Terra promessa”. In scena, per 90 minuti, un continuo intrecciarsi di vicende e personaggi che definiscono i diversi fili narrativi, tutti armonicamente tessuti insieme, di questo testo che sottolinea la forza delle passioni dell’uomo e che Stefano Accorsi, poliedrico e versatile attore, fa suo. “Lucilla Morlacchi, mia partner ne Il dubbio, grandissima interprete anche della Divina Commedia” ha raccontato Accorsi “mi incoraggiò e mi consigliò di recitare l’Orlando Furioso; così, studiandolo a fondo, l’ho riscoperto, dopo le prime letture che risalivano ai tempi del liceo”.
La rivisitazione del poema di Ariosto ha visto Baliani, Accorsi e la cantante – musicista Nina Savary, che rappresenta la coscienza femminile dello spettacolo, impegnati nella ridefinizione degli intrecci, con approfondimenti su tematiche quali la gelosia e temi attuali legati alla condanna della guerra. Il testo, infatti, si concentra sulle due storie amorose del poema.
“Nell’Orlando ariostesco – si legge nella presentazione dello spettacolo – regna l’intreccio di vicende e di personaggi che si avvicendano sullo sfondo di una sanguinosa guerra fra cristiani e pagani. Orlando è il prode cavaliere di Carlo Magno che si innamora di Angelica, bella quanto capricciosa principessa del Catai. È lei la causa scatenante della furia di Orlando, colei che gli fa perdere il senno e che costringe Astolfo ad andare fin sulla luna per recuperarlo. Lotte e amori fra opposte fazioni sono perciò al centro tanto della componente epica che dell’intreccio romantico del poema. E il compito di farsi “cavalier narrante” di questa crociata teatrale spetta al protagonista de L’ultimo bacio e di Radiofreccia, che per una serata diviene monologante, affabulatore, mattatore poliedrico capace di far vivere e animare un intero mondo dentro un corpo e una voce”.
“(…) Per questo andiamo a teatro, leggiamo romanzi e guardiamo film o ascoltiamo musica, perché la vita di tutti i giorni scappa via da noi mentre la viviamo e allora ci serve qualcuno che ce la faccia vivere con più intensità, che ce la mostri assai più ricca di quello che ci aspettiamo”. Marco Baliani.