Arrivati al Col Pilaz, appena sopra il comune di La Magdeleine, davanti agli occhi si apre una piccola conca erbosa con un laghetto proprio al centro, mentre sullo sfondo svetta la punta inconfondibile del Cervino. È uno di quei posti tranquilli che si vivono in compagnia di qualche amico o da soli durante una passeggiata estiva, ma sabato pomeriggio, una volta superata la salita, lo spettacolo che si poteva ammirare era molto diverso: il prato era pieno di gente, tutti accampati a mo’ di anfiteatro attorno ad un piccolo palco nero, già pronto, con quattro sedie e nulla di più. Il concerto era quello del cantautore romano Mannarino per Musicastelle, la rassegna di concerti che porta la musica fuori dai palazzetti e in mezzo alla natura.
Il concerto comincia con calma, con l’arrivo sul palco di Mannarino accompagnato dai suoi tre compagni di tour e musicisti: Alessandro Chimenti, (basso e chitarra), Simone Alessandrini fiati (flauto traverso, sax, aerofono a tastiera) ed Emanuele Triglia (ukulele e chitarra). Tutti e quattro in occhiali da sole e camicia, prendono posizione con aria seria e salutano il pubblico cominciando a suonare Congo dall’album V, l’ultimo del cantautore. Dopo qualche incertezza e un contrattempo dovuto ad un problema di amplificazione, la musica lenta e le parole dense della canzone cominciano ad insinuarsi tra il pubblico risvegliando piano piano le emozioni.
Con un’escalation ben ponderata il concerto si apre, passando da brani meno ritmati e quasi parlati come L’Impero e Fiume Nero, momenti in cui la voce bassa e ruvida del cantautore resta dolce e piena di emozioni, come un sussurro. Poi, con calma seguendo il ritmo della natura e quello delle prime ragazze che cominciano ad alzarsi in piedi ballando, Mannarino prende il microfono. L’emozione del cantautore di esibirsi letteralmente in mezzo alle montagne è evidente, e lui ci tiene a raccontarla, tanto che l’unica volta in tutto il concerto in cui si rivolge direttamente al pubblico parla proprio di questo. “Eh ragazzi, non ci posso fa niente, qua viene diverso… c’è più libertà, nella natura questa scaletta continua a cambiare. È bellissimo suonare qui, per noi è un privilegio, è un capolavoro” una frase che colpisce tutti e provoca il primo, vero applauso scrosciante in una liberazione di energie trattenute.
“So anche che proprio qui a due passi vogliono rovinare uno degli ultimi valloni incontaminati della Valle costruendoci una grossa funivia. Io credo che a volte costruire è un modo per distruggere e il modo migliore per costruire è conservare. E questo mi fa pensare ad una mia canzone, in cui alla fine c’è Dio che mette su un cantiere e costruisce una grande curia per zittire Maddalena”. A queste parole molti urlano e si alzano in piedi e così le prime note del brano fanno ondeggiare tutto il pubblico, ancora per lo più seduto
Ma ecco che, appena si rende conto di aver catturato completamente l’attenzione di tutti, Mannarino incalza e i ritmi si fanno più veloci e allegri. Il cantautore e cantastorie comincia a dialogare con il pubblico lasciando partire cori e guidandolo a battere le mani a tempo, finché l’atmosfera esplode completamente con Apriti Cielo, subito seguita da Il Bar della Rabbia che fa alzare tutte le mani, le gambe e i bicchieri finché anche i più lontani cominciano ad avvicinarsi a quella musica densa e pulsante. I cori si fanno sempre più forti, i piedi si muovono sempre più vorticosamente in una successione vertiginosa dei pezzi più conosciuti: da Marylou, Cantaré, Me so ‘mbriacato e poi, quando ormai il palco è completamente circondato da un grande abbraccio di folla, Mannarino saluta tutti con un’ultimo, bellissimo grido: “Sei vivo, cretino!” (da Vivere la Vita).
Una risposta
Ci sarei andato volenteri. Ma.. nelle precedenti edizioni di qualche anno fa non c’erano tutte queste complicazioni cioè biglietti da prenotare, esibizione biglietto per parcheggiare a valle…! inviti a prenotare soggiorni per avere priorità di ingresso (ingresso dove? È all’aperto!!).
Non c’era per fortuna neanche la precisazione circa l’impossibilità di accesso a disabili… (cattivo gusto a dir poco). Come spesso accade si deve mettere tutto in un contenitore, manipolare e controllare ogni cosa, rendere istituzionale tutto! Musicastelle non dovrebbe avere condizioni proprio per la libertà che offre la montagna.
So che se ci fossi andato probabilmente dare riuscito a godermi comunque lo spettacolo ma leggere il link sottostante mi ha fatto passare la voglia. Sono comunque felice per chi ha potuto esserci.
https://www.musicastellevda.it/home-page-musicastelle-2022/mannarino-sabato-9-luglio-la-magdeleine-col-pilaz/