Lavoro a turni: cos’è, come funziona e le principali regole in merito

20 Gennaio 2023

Si sente spesso parlare di lavoro su turni e ad oggi sembra essere la modalità più usata nella maggior parte delle mansioni e tipologie di lavoro.

Inizialmente, infatti, la turnazione era una prerogativa solo di alcuni lavori, come ad esempio nella sanità o nel trasporto pubblico, ma ad oggi questa modalità si è applicata anche ad altri settori, come la grande distribuzione, le industrie, la ristorazione o il commerciale.

Non è semplice organizzare i turni di lavoro in quanto vi è richiesta un’equa distribuzione dei dipendenti, in relazione alla quantità reale di lavoro presente in ciascuna fascia.

In altre parole, il rischio è che una cattiva gestione della turnazione comporti più manodopera nei settori o nelle fasce orarie in cui ce n’è meno bisogno e meno quando ce n’è più bisogno.

Ma vediamo nello specifico come funziona il lavoro a turni e soprattutto quali sono le principali regole in merito.

Tipologie di turnazioni

Esistono diversi modi di organizzare un lavoro a turni, in base anche alle necessità dell’azienda, come ad esempio se hanno bisogno di avere un lavoro continuo 24h su 7 giorni, o si possono concedere delle chiusure.

Le principale tipologie di lavori a turni sono:

La velocità di turnazione, ovvero ogni quanto il lavoratore cambia orario di lavoro, è stabilita dall’azienda stessa, in base alle sue necessità. Queste possono infatti avere turnazioni veloci, che cambiano ogni 1-3 giorni, settimanali o più lunghe, come ad esempio mensili.

Rischi e vantaggi del lavoro a turni per i dipendenti

Non esiste un modo unico e sicuro di ricoprire gli orari di lavoro. Come tutti gli altri tipi di lavoro, quindi, quello a turni offre vantaggi ma anche svantaggi.

I vantaggi del lavoro a turni

Gli svantaggi

Il primo svantaggio relativo al lavoro su turni è legato agli orari spesso diversi rispetto a quelli della cerchia sociale del dipendente, che siano amici, parenti o il partner. Questo può causare una frustrazione, in quanto a volte il lavoratore non potrà passare del tempo con i propri affetti.

Ma lo svantaggio più grande, legato al lavoro su turni, è quello che viene chiamato “La sindrome del turnista”: si tratta di un insieme di condizioni, a volte definibili veri e propri disturbi.

La causa maggiore è da ritrovarsi nella desincronizzazione tra il ritmo circadiano endogeno, quello cosiddetto biologico, e quello ambientale, compreso quello della cerchia sociale.

Inoltre, spesso, da un turno a un altro i propri ritmi cambiano. Le abitudini per i pasti e il ritmo sonno-veglia mutano spesso e raramente sono in linea con quelli dell’ambiente circostante. Questo a lungo andare può causare anche disturbi di tipo fisico, come:

Nonché può causare:

Il regolamento in merito alla regolazione del lavoro a turni

Il lavoro a turni, quindi, come abbiamo visto può essere causa di alcune difficoltà e per questo è importante che venga organizzato nel migliore dei modi, così da ridurre al minimo i rischi per il dipendente.

Inoltre vi sono normative italiane, dettate dal Contratto Collettivo Nazionale Lavoro, per tutelare il dipendente e proteggerlo da queste eventualità, cercando di regolamentare il più possibile la turnazione.

Le norme riguardano:

Conclusioni

Negli ultimi anni sta prendendo sempre più piede il lavoro a turni, utile non più solo a determinate categorie ristrette di aziende. Nella ristorazione, nella GDO o nel manifatturiero avere possibilità di organizzare i propri dipendenti in una turnazione può essere infatti vantaggioso.

Per il dipendente stesso lavorare su turni può avere dei vantaggi, ma anche degli svantaggi, tra cui il rischio di incorrere in qualche disturbo psico-fisico.

Esistono perciò delle norme che si occupano di regolamentare il lavoro su turni, affinché il dipendente sia tutelato il più possibile.

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