Coronavirus, è una waterloo economica: “Il 95% delle imprese chiederà la cassa integrazione”

Le prime considerazioni sulla situazione delle imprese e sui provvedimenti di aiuto all'economia messi in campo di Matteo Fratini, Presidente dell’Associazione Nazionale Consulenti del Lavoro Valle d’Aosta.
Matteo Fratini
Economia

“Dopo le bare dei morti con il Coronavirus ci toccherà vedere le bare degli imprenditori”. Un’immagine cruda che rende bene la situazione di disfatta economica che agli occhi di Matteo Fratini, Presidente dell’Associazione Nazionale Consulenti del Lavoro Valle d’Aosta, si presenterà al termine dell’emergenza sanitaria dovuta all’epidemia di Coronavirus.

“Il 95 per cento, ovvero quasi la totalità delle imprese valdostane che seguo, chiederà gli ammortizzatori sociali” sottolinea. “Un buon 30% potrebbe non riaprire”.

Quello dipinto da Fratini è un quadro a tinte fosche in cui tutti i settori economici risentiranno della crisi. La situazione peggiore? “Quelle più colpite saranno le imprese che svolgono attività annuale, con dipendenti a tempo indeterminato, e che a causa delle varie ordinanze non possono operare e pertanto non riescono a generare incassi”.

Non gli alberghi e il turismo che possono contare su un’ottima stagione, anche se interrotta anzitempo. In sofferenza più Fratini vede soprattutto il commercio. “I commercianti erano già in difficoltà prima del Coronavirus, ora sono annientati”. Poi c’è la grande difficoltà delle piccole partite iva. “I piccoli professionisti, i giovani che lavorano con partita iva rischiano seriamente di essere emarginati: non hanno, al momento, la possibilità di far fronte alla propria sussistenza, i 600 euro sono oggettivamente insufficienti”.

Rispetto alle misure contenute nel decreto CuraItalia emanato dal Governo nazionale Fratini non ha dubbi: è insufficiente e contorto. “Scelte illogiche, hanno affrontato una crisi epocale e senza precedenti, con strumenti ordinari o minimamente speciali e non eccezionali come richiesto dall’ANCL (Associazione Nazionale Consulenti del Lavoro)”.

I grandi penalizzati per Fratini sono gli imprenditori, più dei loro dipendenti. “Al di là di ricchezze e dei patrimoni personali o famigliari il datore di lavoro non ha paracaduti, ma solo sospensioni di pagamento che dovrà comunque affrontare pur incassando probabilmente molto meno nel corso dell’anno”.

Il Decreto Cura Italia si è poi dimenticato per strada intere categorie di persone: i professionisti iscritti ad un Ordine professionale come ingegneri, architetti, avvocati, psicologi. “Parliamo di oltre 2milioni e 300mila persone in Italia, non contemplate dal Decreto”. “I rappresentanti delle 21 professioni ordinistiche stanno elaborando un pacchetto di proposte unitario che tenga conto delle esigenze generali, si tratta di un vero e proprio Manifesto delle professioni” spiega.

E allora come se ne esce? La priorità individuata da Fratini riguarda, in particolare, lo snellimento delle pratiche per la richiesta degli ammortizzatori sociali: “Come ANCL abbiamo già chiesto a tutti i nostri riferimenti istituzionali la sostanziale eliminazione delle procedure di autorizzazione degli ammortizzatori sociali”. “Ci auspichiamo un sistema automatico di riconoscimento “a domanda” oltre che una normale velocità nelle pratiche di erogazione diretta”.

Alle imprese che riaprono servirà poi un accesso al credito a lungo termine. “Non possono ottenere 100mila euro da restituire in 6 mesi, devono avere la stessa cifra da spalmare in 10 anni”.

Bocciato il provvedimento a livello nazionale, c’è un sentimento di attesa fiduciosa invece rispetto al Decreto per la Cassa Integrazione in deroga che dovrà emanare a giorni la Regione Valle d’Aosta. “Vale per tutti quelli che non rientrano in quella ordinaria. Va fatto un plauso ai tanti che stanno lavorando nell’Assessorato guidato da Luigi Bertschy per il grande lavoro di coordinamento delle istanze formulate dalle diverse parti sociali”.

Alla fine nelle parole di Matteo Fratini che esercita la professione di consulente del lavoro da 26 anni traspare anche un messaggio di speranza. “In giornate di lavoro lunghe anche 14 ore ho avuto la fortuna di sentire tantissimi racconti di vite vissute e totalmente dedicate al lavoro. In tanti piangono, ma lo fanno con grande dignità e coraggio”.

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