Adava soddisfatta per la stagione estiva. Al nuovo Governo chiede lo stop all’Imu sugli alberghi
“L’estate 2022 si sta rivelando molto positiva – spiega Filippo Gérard, Presidente dell’Adava – siamo finalmente tornati ai livelli pre-pandemia del 2019”. I dati raccolti dalla Regione lo confermano: il ritorno dei turisti stranieri e l’aumento di quelli provenienti dalle regioni italiane, in fuga dal grande caldo cittadino, hanno fatto registrare un elevato numero di presenze che, come spiega Gérard, ha riportato ottimismo e fiducia, anche in prospettiva futura.
Ottimismo e fiducia mitigati, però, dall’aumento dei costi che gli operatori del settore sono costretti ad affrontare: “Gli aumenti e l’inflazione sono per noi problemi fortemente preoccupanti – spiega il Presidente dell’Adava -, i costi aziendali crescono e noi albergatori dobbiamo, al contempo, tenere dei prezzi non esageratamente alti.”
A preoccupare sono soprattutto i costi delle materie prime e, guardando alla stagione prossima, quelli del riscaldamento: “stiamo riscontrando dei problemi di approvvigionamento che non si erano mai visti – continua Gérard – un esempio banale è quello delle bombole di CO2 che servono per l’acqua gasata dei nostri ristoranti. Altro aspetto drammaticamente preoccupante è quello relativo al caro gasolio, un enorme problema per la categoria in quanto ancora molte strutture, non per mancanza di sensibilità ambientale, ma per un semplice discorso geografico, sono scaldate con combustibili fossili. Il prezzo è raddoppiato: se si considerano i consumi minimi di un albergo, ovvero circa 30.000 litri di gasolio all’anno, si passerà approssimativamente da 33.000 a 60.000 euro all’anno. Il problema è che questo differenziale, essendo un costo vivo, ricadrà forzatamente sul consumatore finale”.
I rincari riguardano tutta la società, giacché le vittime di tutto ciò, come sostenuto dal Presidente Adava, non sono solo gli imprenditori, ma anche i clienti, i fornitori e i collaboratori. Proprio con riguardo a questi ultimi, Gérard spiega: “I nostri collaboratori hanno ricevuto il mese scorso i 200 euro dal Governo, ma è chiaro che se questo caro vita andrà avanti, ci sarà un calo del potere d’acquisto che bisognerà fronteggiare con aumenti di stipendio che, seppure non enormi, dovranno comunque intervenire”.
Questione che Gérard ha definito gestibile è invece quella relativa alle chiusure del Tunnel del Monte Bianco: “Ovviamente ogni tipo di chiusura dei collegamenti genera sempre una preoccupazione. Fortunatamente, stando alle informazioni che abbiamo, le interruzioni dovrebbero intervenire in periodi in cui i due colli sono percorribili. Si avrà pertanto un allungamento dei tempi, ma al contempo ci sarà il ‘plus’ di poter godere di un tragitto paesaggisticamente molto più bello e questo aspetto dovremo essere bravi a spiegarlo ai nostri ospiti. Certamente auspichiamo, però, che le chiusure non siano applicate nella stagione invernale, durante la quale rappresenterebbero per noi un enorme limite”.
In vista delle prossime elezioni politiche, gli albergatori hanno chiare quali sono le richieste da presentare al nuovo Governo: “A chi sarà chiamato a governare chiederemo di continuare con il sistema che incentiva gli investimenti: non pretendiamo misure della portata del Bonus 110%, ma sarebbe importante prevedere un sistema di credito di imposta sostenibile per gli investimenti, che sia premiante, qualificante e mirato alla crescita dell’offerta e della sua qualità. Tutto ciò sarebbe importante non solo per noi imprenditori, ma anche per la Regione, poiché con la crescita e il miglioramento delle strutture aumenterebbero anche gli introiti regionali”.
Altro obiettivo fondamentale è quello della promozione: “È necessario continuare con una ingente campagna promozionale sia in Italia che nei mercati esteri: ci sono dei paesi ‘affamati di turismo’ e non possiamo permetterci di rimanere indietro”. Gérard ha poi sottolineato come la promozioni passi anche attraverso l’organizzazione dei grandi eventi, come quelli tenutisi in Valle nell’anno in corso, che hanno rappresentato una grande vetrina per i territori coinvolti.
In ultimo, non certo per importanza, è la richiesta dell’eliminazione dell’Imu sulle strutture alberghiere: “Paghiamo una tassa altissima sulle nostre strutture che, non dimentichiamo, costituiscono per noi bene strumentale e non di lusso come una barca o una Ferrari. Questo è un problema che, per una realtà come la nostra, è ancora più dirimente: molte strutture sono stagionali e, di conseguenza, lo sono anche gli incassi, contrariamente alla tassa che, invece, rimane annuale. Come operatori del turismo chiediamo solo equità fiscale: altri settori non pagano l’Imu sui capannoni e, parimenti, non essendo i nostri alberghi beni di lusso, riteniamo che sia necessario eliminare questo costo su un bene strumentale che ci permette di lavorare”.