Turismo, l’estate valdostana si solleva. A giugno numeri vicini al “record” del 2019

I dati dei flussi turistici sugli arrivi e le partenze di giugno 2021 si avvicinano a quelli di tre anni fa, ultimo anno pre-pandemico, e in alcuni casi lo superano. In attesa dei numeri di luglio si naviga verso Ferragosto e "il trend continuerà ad essere molto positivo" dice il presidente Adava Gérard. Ma l'aumento dei costi delle materie prime preoccupa.
Green Weekend Val Ferret ph Giacomo Buzio
Turismo

Numeri d’altri tempi, si direbbe. I flussi turistici di giugno 2022, pubblicati sul portale della Regione, infatti, si avvicinano a quelli record del 2019, l’ultimo anno “buono” prima dell’emergenza sanitaria. In pratica, una vita (almeno percepita) fa.

Gli arrivi vicini al “record” del 2019

Turisti in centro – foto d’archivio

Il mese di giugno 2022 ha fatto segnare complessivamente 98.401 arrivi, suddivisi in 60mila 892 italiani e 37.509 stranieri, “spazzando” via il trend pandemico che aveva visto gli arrivi in Valle fermarsi a 52.858 nel 2021 (con 39.303 italiani e 13.555 stranieri, quasi tre volte meno di oggi) e 26.143 nell’annus horribilis 2020, quando gli arrivi erano stati 20.425 per i nostri connazionali e 5.718 per i turisti stranieri.

Cifre, si diceva, che si avvicinano al 2019. All’epoca, gli arrivi avevano fatto segnare quota 100.196, divisi in 61.069 italiani e 39.127 stranieri.

Le presenze superano la quota di tre anni fa

Se il dato degli arrivi resta ancora inferiore rispetto a tre anni fa, sono altri numeri che superano le cifre dell’ultimo anno pre-Covid. A giugno 2022 si parla infatti di 205.082 presenze complessive in Valle d’Aosta – 137.462 italiani e 67.620 stranieri –, mentre nel 2019 il dato era di 196.168, suddiviso tra 126.851 italiani e 69.317 stranieri.

Il primato del Monte Bianco

Trekking a Courmayeur -Lorenzo Belfrond Photo
Trekking a Courmayeur -Lorenzo Belfrond Photo

A svettare – è il caso di dirlo – per arrivi e presenze, nel giugno di quest’anno, è il comprensorio turistico del Monte Bianco, che da solo ha visto 30.862 arrivi (17.538 italiani e 13.324 stranieri) e 58.255 presenze (36.698 italiani e 21.557 stranieri). I dati 2019, invece, parlavano di 30.012 arrivi (15.930 italiani e 14.082 stranieri) e 50.383 presenze (30.762 italiani e 19.621 stranieri).

Seguono, per il giugno di quest’anno, i comprensori turistici di “Aosta e dintorni” con 19.064 arrivi complessivi (erano stati 17.735 nel 2019) e 37.557 presenze (37.721 nel 2019), Gran Paradiso con 14.823 arrivi (erano 16.138 nel 2019) e 36.063 presenze (34.013 tre anni fa), Monte Rosa con 13.878 arrivi (14.000 nel 2019) e 32.996 presenze (28.256 nel 2019), “Valle centrale” con 11.685 arrivi (11.822 nel 2019) e 21.272 presenze (21.973 nel 2019), Monte Cervino con 4.666 arrivi (6.074 nel 2019) e 12.473 presenze (14.834 nel 2019) e Gran San Bernardo con 3.423 arrivi (4.415 nel 2019) e 6.466 presenze (8.988 nell’anno pre-pandemico).

“Luglio, col bene che ti voglio” e la strada vero Ferragosto

Filippo Gérard

In attesa dei dati ufficiali, la sensazione è anche luglio e agosto – mentre la data “crocevia” del 15 è dietro l’angolo – siano in linea con gli ottimi numeri visti a giugno.

“Le stime confermano le sensazioni che abbiamo – dice Filippo Gérard, presidente dell’Adava, l’Associazione degli albergatori della Valle d’Aosta -. Anzi, in alcuni casi siamo proprio ad un ‘tiro di schioppo’ dalle presenze fatte registrare nel 2019. Questi dati denotano che c’è una grande voglia di turismo e di fare vacanze, e una grande spinta arriva anche dagli stranieri ma anche dai numerosi eventi sul territorio, le iniziative varie, i trekking. Da questo punto di vista sono molto tranquillo. Luglio e agosto, ma anche a settembre il trend continuerà ad essere molto positivo. Luglio potrebbe anche essere molto simile al 2019, poi bisognerà vedere, ma avremo ottimi riscontri anche se c’è il problema dei soggiorni sempre più brevi“.

Nonostante – aggiunge Gérard – “siamo ad una normalità quasi totale” una differenza, non di poco conto, c’è. E rischierà di farsi sentire presto: “Il problema – spiega ancora il presidente Adava – rimane quello dell’aumento dei costi delle materie prime. Le presenze turistiche sono un indicatore, il fatturato anche, ma guardando alla voce dei costi gli aumenti non saranno trascurabili e sono anche molto preoccupanti. Gli alberghi dovranno fare il pieno di gasolio, attraverso le cisterne, con un prezzo di quello da riscaldamento che sfiora i due euro. Rispetto all’anno scorso, quando il prezzo era di 1,10 euro, si fa in fretta ad avere un raddoppio secco dei costi“.

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