Agricoltura, prende il via anche in Valle d’Aosta la lotta biologica alla Drosophila suzuki

Il moscerino asiatico responsabile di ingenti danni ai vigneti e ad alcune coltivazioni frutticole, quali piccoli frutti, ciliegio e fragola.
foto lancio provetta
Economia

E’ una delle tante specie esotiche che hanno colonizzato il nostro territorio. Stiamo parlando della Drosophila suzukii, un piccolo moscerino  di origine asiatica che in poco tempo è diventato responsabile di ingenti danni ai vigneti e ad alcune coltivazioni frutticole, quali piccoli frutti, ciliegio e fragola.
Per arginare la sua diffusione, come già avvenuto in passato per il cinipide del castagno, il Dipartimento Agricoltura, in collaborazione con l’Institut Agricole Régional, ha avviato un progetto di lotta biologica.

“La Drosophila suzuki rappresenta un problema rilevante per gli agricoltori, da quando, nel 2010, è stata segnalata per la prima volta in Valle d’Aosta. – spiega una nota della Regione –  Per contenere lo sviluppo dei marciumi su uva causati da questo parassita alieno, i viticoltori sono costretti annualmente ad adottare misure fitosanitarie che comportano un aggravio di lavoro e un aumento dei costi di produzione”.

Un primo lancio è già stato fatto sui campi sperimentali dello Iar, dopo il via libera da parte del Ministero della transizione ecologica al rilascio in natura dell’insetto Ganaspis brasiliensis, antagonista della Drosophila suzuki.
Nei prossimi giorni sono previsti altri due lanci di questi antagonisti, forniti dalla fondazione Edmund Mach di San Michele all’Adige che alleva in laboratorio gli insetti. Oltre alla Valle d’Aosta, partecipano al programma di introduzione le Regioni Emilia Romagna, Puglia, Sicilia, Campania, Veneto e Piemonte, più le Province autonome di Trento e Bolzano.

“Studi bibliografici e prove di laboratorio inducono a pensare che il Ganaspis brasiliensis possa essere molto efficace nel contenere le popolazioni di Drosophila suzuki, – prosegue la nota –  riportando l’ambiente ad una situazione di equilibrio. Si auspica quindi che quest’arma biologica si dimostri decisiva nel risolvere il problema, portando, nell’arco di qualche anno, la popolazione del parassita al di sotto della soglia di danno. Unico dubbio, che sarà risolto attraverso le verifiche successive ai lanci, riguarda la possibilità di sopravvivenza e di insediamento dell’antagonista nel territorio valdostano”.

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