Stop alla burocrazia e all’aumento dei costi che danneggiano gli agricoltori italiani, incrementare gli aiuti alle aziende per contrastare la crisi e l’aumento dei tassi di interesse, garantire una moratoria sui debiti, rafforzare la direttiva europea contro le pratiche sleali e cancellare definitivamente l’obbligo dei terreni incolti.
Sono solo alcune delle indicazioni inserite nel Piano presentato dalla Coldiretti nella manifestazione odierna a Bruxelles, in occasione del Consiglio dei Ministri agricoli sulla proposta di semplificazione della Pac, a cui partecipa anche una folta delegazione di Coldiretti Valle d’Aosta guidata dalla presidente regionale Alessia Gontier e dal direttore Elio Gasco.
“Siamo presenti qui per chiedere risposte esaustive in tempi certi alle necessità delle nostre aziende e scardinare quei regolamenti che non hanno senso – spiega Gontier –. Per questo, abbiamo messo in campo un lavoro costante di mobilitazione, ma anche di rapporto diretto con le istituzioni europee. Una grande organizzazione come la Coldiretti ha il dovere di trasformare la protesta in proposte concrete, nella consapevolezza che la maggior parte delle battaglie cruciali per il futuro delle nostre campagne si combattono proprio a Bruxelles”.
“La nostra organizzazione a livello nazionale, proprio per questo, ha predisposto un documento strategico anche sulla Pac dei prossimi anni, che deve essere semplice e in linea con le necessità delle imprese – sottolinea il direttore Gasco –. Dobbiamo dire basta alla contrapposizione tra agricoltura e ambiente, riteniamo che gli agricoltori siano il primo presidio ambientale. Questo è ancora più vero in realtà fragili e complicate come la montagna: senza il costante presidio e la gestione del territorio compiuti dalle nostre aziende saremmo molto più esposti al dissesto idrogeologico e allo spopolamento di intere zone a quote più elevate”.
Le misure proposte dalla Coldiretti – spiega una nota – “puntano innanzitutto a porre fine all’aumento di adempimenti, obblighi e costi per le aziende agricole legati all’applicazione della condizionalità ambientale”. Norme considerate “troppo stringenti e spesso svincolate dalla realtà che ne hanno reso di fatto impossibile l’applicazione nelle campagne, già colpite dall’aumento costante dei costi di produzione e un corrispondente calo dei prezzi agricoli”.
Coldiretti chiede dunque di “eliminare le eventuali sanzioni a carico degli agricoltori per il 2024 e il 2025 e di procedere alla cancellazione definitiva dell’obbligo di tenere il 4% di terreni incolti, in quanto la semplice deroga non è sufficiente. Al di fuori della Pac, la situazione economica del settore agricolo è però talmente grave che va affrontata con misure specifiche anticrisi a partire da una piena flessibilità sugli aiuti di stato, prorogando il Quadro Temporaneo di Crisi e Transizione di almeno un anno per consentire agli Stati membri di sostenere gli agricoltori con strumenti efficaci come la moratoria sui debiti, che aiuterebbe una larga parte delle aziende agricole soprattutto di piccole dimensione e condotte da giovani e donne”.
E chiude: “A rischio è l’intera filiera agroalimentare allargata che sviluppa un fatturato aggregato pari a oltre 600 miliardi di euro nel 2023 con ben 4 milioni di lavoratori in 740mila aziende agricole, 70mila industrie alimentari, oltre 330mila realtà della ristorazione e 230mila punti vendita al dettaglio. Una rete diffusa lungo tutto il territorio che quotidianamente rifornisce i consumatori italiani ai quali i prodotti alimentari non sono mai mancati nonostante pandemia e guerre”.