“Eccessivi i sacrifici chiesti ai lavoratori per il risanamento della BCC”. Si chiudono senza un accordo le trattative fra sindacati e aziende.
La BCC Valdostana con 116 dipendenti e 17 sportelli diffusi in Valle d’Aosta, “da qualche anno – ricordano i sindacati – si trova a fronteggiare una situazione di notevole difficoltà tale da richiedere un importante supporto patrimoniale della Capogruppo per portare i parametri al di sopra del minimo previsto dalla normativa di vigilanza”.
Nel giugno scorso è arrivata ai sindacati la proposta di riduzione del costo del lavoro: “2,1 ml di euro pari al 27% o, come recita l’informativa stessa, pari ad un costo medio annuo di 31 dipendenti”.
Proposta rigettata già a luglio dai sindacati che hanno giudicato “inaccettabili” i tagli ai dipendenti e chiesto il dettaglio del piano di risanamento, arrivato ad ottobre.
“Il 28 ottobre ci è stato presentato il piano che nel frattempo era stato deliberato dai CDA della Capogruppo e della BCC ma il sacrificio a carico dei dipendenti è rimasto immutato e, oltretutto, i lavoratori erano gli unici a sopportare il peso del risanamento”. I sindacati hanno fatto, quindi, una controproposta.
“Alla BCC e alla Capogruppo non è bastato e, anzi, hanno richiesto ai lavoratori una ulteriore riduzione dell’orario di lavoro e della corrispondente retribuzione.” Sacrificio definito dai sindacati “insostenibile e sbilanciato rispetto all’entità degli interventi posti a carico degli altri soggetti (Consiglio di Amministrazione, Collegio Sindacale e Capogruppo) nonché incoerente rispetto al nuovo assetto del Credito Cooperativo”.
Da qui il mancato accordo. Fallita la trattativa i sindacati sono pronti a chiedere un incontro urgente direttamente all’A.D. di Cassa Centrale Banca “per rappresentare tutto il nostro rammarico e sconcerto sulla vicenda ribandendo la volontà dei lavoratori di dare il loro contributo al risanamento e al rilancio della BCC ma con sacrifici sostenibili, compatibili ed equilibrati, insieme a tutti gli altri stakeholder”.
Rammarico che viene espresso in una nota anche da Bcc che sottolinea come “la riduzione dei costi e dell’orario di lavoro, essenziali per l’ulteriore rilancio della BCCV, non sono stati adeguatamente compresi da parte delle rappresentanze”.
I vertici ricordano come sia il Consiglio di Amministrazione che il Collegio Sindacale “si sono già ridotti i compensi a inizio mandato, nel 2018, del 10% rispetto agli anni precedenti e di un ulteriore 25% ancor prima dell’inizio della procedura sindacale”.
Non solo le cifre di cui parlano i sindacati, secondo Bccv, “non rispecchiano l’andamento della trattativa in quanto la riduzione sul costo del personale prevedeva il ricorso al Fondo di Sostegno al reddito, con risparmi attesi di circa 900 mila euro (in cui l’azienda impegna ben 1,9 mln di euro di accantonamenti), un intervento di riduzione dei costi della Capogruppo, giornate di formazione finanziata, altri istituti per risparmi complessivamente quantificati in circa 1,5 mln”.
La riduzione “netta a carico dei lavoratori di circa 640 mila euro, non accettata dalle organizzazioni sindacali, sarebbe stata pari a una riduzione delle ore lavorative di circa l’8 per cento, equivalente a un part-time al 92% per tutti di solidarietà”.
