Sciopero degli straordinari dal 1° ottobre alla Cogne Acciai Speciali. A proclamarlo sono i sindacati Fim, Fiom e Uilm, accusando i vertici dell’azienda di non averli informati in relazione alla chiusura del forno ieri e oggi.
“Un atteggiamento padronale da anni settanta che nulla ha a che vedere con i costruttivi e schietti rapporti sindacali, di cui si riempiono la bocca alcuni componenti dei vertici aziendali” spiegano le tre sigle sindacali.
La Cogne Acciai Speciali, raccontano Fim, Fiom e Uilm, ha comunicato alle rappresentanti sindacali unitarie (Rsu) i giorni di stop dell’acciaieria e conseguentemente la cassa integrazione, ma “senza dare motivazioni”. Queste sarebbero poi state apprese dagli organi di informazione. Da qui la proclamazione dello sciopero degli straordinari per tutto il mese di ottobre e per tutto lo stabilimento.
“Non ci piace il muro contro muro, ma è già da tempo che vediamo in alcuni vertici aziendali un modus operandi poco incline alla collaborazione e al confronto costruttivo con noi rappresentanti dei lavoratori. – chiosano ancora le tre sigle sindacali – Basta con questo continuo cercare di mettere all’angolo i sindacati. Siamo i rappresentanti dei lavoratori e difendiamo con tutti gli strumenti che abbiamo il diritto del lavoratore di sapere che cosa succede nello stabilimento”.
Nuove chiusure in vista alla Cogne Acciai Speciali
La Cogne Acciai Speciali torna a operare scelte drastiche, arrivando a optare per una ennesima sospensione temporanea delle attività del proprio reparto acciaieria. Il fermo, previsto tra ieri, lunedì 26 settembre, e oggi, martedì 27 settembre, sarà mantenuto attivo soltanto sino alla piena ripresa prevista già per la mattinata di domani, mercoledì 28 settembre.
“Contenimento dei costi”
Durante i due giorni di chiusura, 91 operai sono rimasti fermi tra i quali tuttavia soltanto 25 hanno ricevuto come da prassi la cassa integrazione straordinaria; per i restanti tre quarti, invece, si è trattato semplicemente di sfruttare le giornate per il recupero in loco di alcuni corsi di formazione lasciati in sospeso.
“L’ottica con cui abbiamo adottato tale provvedimento è quella di un contenimento quanto più possibile oculato ed efficace dei costi, attentamente sottoposti a valutazione in attesa di un qualche provvedimento strutturale che ci aiuti a restare a galla – spiega Ilaria Fadda, a capo delle risorse umane dello stabilimento -. Come molte altre aziende italiane, non ci resta che sperare in future misure di defiscalizzazione o sostegno alle imprese energivore”.
“Non sono esclusi ulteriori stop”
Non è bastato lo stop forzato che ha interessato la Cogne Acciai Speciali durante la prima settimana di settembre per permettere all’azienda di ottimizzare le proprie prestazioni evitando che il caro energia impattasse sulla produzione.
“I prezzi di gas ed energia non paiono accennare a una qualche diminuzione, andando così a gravare pesantemente sul trend già di per sé negativo del rapporto tra spese e benefici – prosegue Fadda -. Di qui alla fine dell’anno non sono esclusi ulteriori stop, parte imprescindibile, in mancanza di agevolazioni, di una conduzione aziendale che punti a una gestione consapevole dei nostri reparti cercando di contenere entrate e uscite fiscali laddove possibile”.
Una risposta
Sconsolante notare come ai sindacati non importi un fico del futuro di un’azienda come la Cogne ma che siano impegnati solo in contrapposizioni da anni ’50 alla ricerca e al mantenimento del potere acquisito nel primo dopoguerra, quanti esempi abbiamo ormai di come lor signori siano talmente concentrati sulla battaglia per sopravvivere da perdere continuamente di vista i problemi reali della gente, bah…