Da cosa derivano i 60 milioni 885mila euro di “ricavi delle prestazioni” iscritti nel bilancio del Casinò allo scorso 31 dicembre? A fornire la risposta è lo stesso documento – in particolare, nella “Relazione sulla gestione” – che racconta come, a parte pochissime eccezioni, tutti i giochi vedano introiti in calo rispetto all’esercizio 2016.
Solo tre giochi in aumento
La quota principale, cioè 29 milioni 276 mila, entra nelle casse di Saint-Vincent grazie agli “altri giochi”, cioè le slot-machines (29 milioni 91mila) e l’online gaming (185mila 598 euro), che nel bilancio precedente si erano attestati, rispettivamente, su 29 milioni 799mila e 222mila 572 euro. La flessione sul 2016 è quindi un -2.48%, la meno marcata di tutti i comparti della Casa da gioco.
Di poco superiore, vale a dire -4.36%, il calo fatto registrare dai giochi francesi, dai quali sono arrivati 14 milioni 756mila euro. In quest’ambito sale solo lo Chemin de fer (da 1 milione 163mila a 1 milione 987mila, cioè 824mila 324 euro d’incremento in dodici mesi). La Roulette perde 1 milione 129mila (da 8 milioni 760mila a 7 milioni 630mila), il Trente et quarante 19mila euro (da 603 mila a 583 mila) e il Poker (inclusi Texas Hold’em e Ultimate) 186mila (da 1 milione 812 mila a 1 milione 625mila). Le mance lasciate dai giocatori di queste sale sono scese da 3 milioni 90mila a 2 milioni 928mila.
Malgrado l’alone di maggior “popolarità” (in ragione soprattutto delle puntate minime più basse), i giochi americani segnano, al 31 dicembre 2017, un -7.17% sull’esercizio precedente, fermandosi a 11 milioni 294mila. In questo campo, tuttavia, crescono sul passato più voci, vale a dire il Black Jack (da 2 milioni 961mila a 3 milioni 134mila) e i Craps (dadi, da 577mila a 618mila). Saldo negativo per le roulette americane (da 2 milioni 365mila a 2 milioni 78 mila) e per il Punto e banco (da 5 milioni 376mila a 4 milioni 724mila). Le mance, in questo caso, sono scese da 886mila a 737mila euro.
Infine, la flessione percentualmente più evidente è relativa ai “giochi misti”, rappresentati dal Saint-Vincent Poker, che ha visto passare i suoi introiti dai 219mila euro del 2016 ai 133mila del 2017: -37.28%. Le mance, anche loro in riduzione, sono calate da 11mila a 10mila 900 euro.
Nell’insieme, nel raffronto tra le due ultime annualità, i proventi globali dei giochi sono scesi da 57 milioni 849mila a 55 milioni 472mila. A questo dato, si affiancano gli introiti delle prestazioni alberghiere, cioè 5 milioni 412mila, con un decremento sul 2016 minimo: meno di quarantamila euro (per la precisione 38mila 306), pari ad un -0.70%.
Aumenti e flessioni: i perché
Se le cifre emergono, nude e crude, dalla parte tabellare del Bilancio, sulle loro ragioni è la “Relazione sulla gestione” a offrire alcune considerazioni. “Per lo chemin de fer e il Black jack, – si legge – le performance positive sono da ricondurre alle attività di marketing indirizzate al segmento dei clienti Vip e agli specifici frequentatori di questi giochi. Il segmento Vip, in una realtà di gioco quale offerta dal Casinò di Saint-Vincent, rappresenta un elemento importante, tant’è che assicura oltre il 50% dei proventi registrati nell’anno”.
Sui risultati negativi, invece, quelli “registrati per la roulette francese e il Punto banco sono stati oggetto di approfondita riflessione”. I fattori di criticità vengono individuati nelle “minori aperture di tavoli dovute alla progressiva riduzione di personale di gioco, causata dagli esodi attuati”, oltreché “dalla mancata compensazione derivante da una rarefazione del ‘cliente medio’, segmento questo maggiormente colpito dalla crisi economica”. “Questa fascia di clientela, – osservano al Casinò – un tempo importante e numerosa, attualmente non bilancia più il volume di gioco espresso dalla clientela Vip, numericamente inferiore, ma con maggiori potenzialità economiche”.
Ingressi e camere
La curva discendente degli introiti dei giochi si specchia in quella degli ingressi, che nel 2017 a Saint-Vincent sono stati 362.967. Il numero più basso di sempre, a conferma di un mercato dell’azzardo che offre ormai numerose alternative ai giocatori. La progressione al ribasso (eccezion fatta per un annualità, peraltro ormai lontana) pare consolidata: 610.083 (2010), 630.793 (2011), 567.196 (2012), 555.975 (2013), 506.439 (2014), 495.658 (2015) e 442.705 (2016).
Allargando lo sguardo al resto d’Italia, la Casa da gioco valdostana, per lo scorso anno, ha chiuso dietro a Venezia (788.909 ingressi) e alla fallita Campione d’Italia (672.351) e davanti a San Remo (788.909). Il totale dei biglietti staccati dai quattro Casinò, nei dodici mesi del 2017 (2.029.239) è stato il più basso dal 2010 (quando, per dare un’idea, gli ingressi furono 3.076.756). In otto anni, si è perso per strada oltre un milione di giocatori.
Sul fronte dell’attività alberghiera, nel 2017 14.429 camere sono andate a clienti individuali e “family&friends”, ad un prezzo medio di 130.71 euro, per un totale ricavato di 1 milione 886 mila euro. Un maggior profitto di 237.718 euro sul 2016 (+14,42%), quando le stanze furono 12.309 ad un prezzo medio di 133,91 euro (1.648.308 di ricavi).
Guardando alla situazione sul piano della clientela congressuale e dei gruppi, le camere loro destinate sono state 5.773, con un prezzo medio di 127.37 euro, per ricavi pari a 735.292 euro. Rispetto al 2016, sono andati a picco sia il numero degli utenti (7.012 nel 2016), sia il prezzo medio (fu di 145.54 euro), facendo calare i ricavi di 285.268 euro. Se i numeri hanno un senso e dicono qualcosa, oltre ai giocatori persi dalla Casa da gioco (quasi dimezzati dal 2010), sul versante alberghiero c’è anzitutto un turismo congressuale da riscoprire.