“Il Governo Berlusconi ed il Ministro Gelmini vogliono cancellare il ruolo della scuola pubblica nel nostro Paese”. Così esordisce in una nota la Flc Cgil che, puntando il dito sulle scelte del Ministro all’Istruzione Gelmini e sulle ipotesi al vaglio in queste settimane, avverte: “Questi provvedimenti e queste scelte riguardano tutti, anche la Valle d’Aosta, perché non basterà l’autonomia e le competenze in materia di istruzioni per contrastare questo piano sistematico di smantellamento della scuola pubblica”. Il quadro, a tinte grigie e nere, che la Cgil dipinge per il futuro della scuola italiana mette in primo piano come “La legge finanziaria prevede tagli agli organici del personale della scuola per 150.000 posti (pari a quasi il 7% dell’intera dotazione di personale docente ed amministrativo)”. Il sindacato evidenzia poi che “Il ritorno al maestro unico comporterà una riduzione ulteriore di 60/70.000 posti e la riduzione dell’orario di lezione degli alunni a 22/24 ore alla settimana. Si aggiunge la riduzione dei posti di sostegno per i diversamente abili, la chiusura delle Scuole di specializzazione per gli insegnanti”.
“Il Governo – si legge ancora – ha già messo in atto la chiusura delle piccole scuole (oltre 7000), ha inserito in finanziaria la riduzione di tutto (orari, discipline, risorse e personale) a scapito della qualità e della quantità delle ore di insegnamento. Pur di risparmiare si parla addirittura di ridurre a quattro gli anni delle scuole superiori!”.
“Il Governo – si legge ancora – ha già messo in atto la chiusura delle piccole scuole (oltre 7000), ha inserito in finanziaria la riduzione di tutto (orari, discipline, risorse e personale) a scapito della qualità e della quantità delle ore di insegnamento. Pur di risparmiare si parla addirittura di ridurre a quattro gli anni delle scuole superiori!”.
Tra gli altri temi sul tavolo l’abolizione dei contratti collettivi per gli insegnanti, la soppressione delle RSU, le scelte discrezionali dei Dirigenti nelle assunzioni, i tagli delle risorse alle Università ed alle singole Istituzioni “che si vorrebbero far diventare “Fondazioni” private finanziate dagli sponsor, e guidate da un Consiglio di Amministrazione”.
Ad allontanare i nuvoloni di tempesta sul comparto scuola, almeno per quanta riguarda la Valle d’Aosta, è la replica dell’Assessore regionale all’Istruzione Laurent Viérin, che smussa la polemica evidenziando che i rischi e le preoccupazioni del settore in Valle sono allentate dall’Autonomia e da leggi regionali. "Grazie all'autonomia e agli obiettivi di qualità che ci siamo posti abbiamo salvaguardato le scuole di montagna, permesso l'immissione in ruolo di più di cento insegnanti precari e posto al riparo l'originalità del modello scolastico valdostano e le certezze della nostra scuola, mentre a livello nazionale si sono succedute le più disparate proposte a seconda del Governo in carica".
In Consiglio regionale, chiuso nella giornata di ieri, l’assessore aveva poi evidenziato come l'articolo 4 del Decreto Gemini, relativo all'insegnante unico nella scuola primaria, non si applica in Valle d'Aosta. Sul fronte degli orari Viérin evindenzia che sulla base della legge regionale n.18/2005 che deriva dal Dpr 861/75 e successivi accordi, in vige un “orario più lungo rispetto al restante territorio italiano e i parametri per i calcoli degli organici non derivano dal numero delle classi, ma da quello degli alunni e dei plessi con una particolare attenzione alle scuole di montagna".
"L'autonomia è l'atout per la scuola pubblica di qualità – ha infine sottolineato l'assessore Viérin – soltanto se si crede veramente in essa, nella sua piena attuazione e nelle sue potenzialità".
"L'autonomia è l'atout per la scuola pubblica di qualità – ha infine sottolineato l'assessore Viérin – soltanto se si crede veramente in essa, nella sua piena attuazione e nelle sue potenzialità".