Nonostante le incertezze sul mercato internazionale, il 2019 della Cogne Acciai Speciali è complessivamente all’insegna della tenuta: i ricavi consolidati ammontano a 574 milioni di euro, -3% rispetto all’esercizio precedente; l’Ebitda adj è di 46,1 milioni di euro, 14 milioni in meno rispetto al 2019 ( imputabili principalmente alla crisi dell’automotive), gli investimenti arrivano a quota 28,2 milioni di euro, effettuati in massima parte dalla capogruppo e dedicati in particolare all’ambiente, allo sviluppo strategico e ad un costante miglioramento della produttività. L’assemblea ordinaria dei soci ha approvato il bilancio 2019. La posizione finanziaria netta risulta essere pari a 92,6 milioni (contro gli 85,3 dell’esercizio precedente), grazie alla sottoscrizione di nuovi contratti di finanziamento a medio/lungo termine – in sostituzione di finanziamenti a breve – “sia a sostegno degli investimenti che per incrementare il capitale circolante operativo funzionale allo sviluppo dell’attività”.
“Malgrado le difficoltà – commenta Emilio Giacomazzi, direttore commerciale del Gruppo. – grazie all’imprescindibile contributo di tutti i lavoratori siamo riusciti a mantenere un trend sostanzialmente positivo e a raggiungere risultati in linea, in termini di ricavi, con quelli dell’anno precedente, tanto che a tutti gli addetti dei siti italiani con la busta paga relativa al mese di maggio erogheremo un premio di risultato di 700 euro”.
Il 2019, secondo le analisi della Cogne Acciai speciali, è stato un anno in bilico tra ripresa e recessione, con un Pil nazionale stagnante e un rallentamento dell’economia della vicina Germania, in particolare nel settore automotive. “La guerra dei dazi promossa dall’amministrazione Trump sui prodotti di acciaio e alluminio e, in generale, le politiche protezionistiche commerciali poste in essere da diversi Paesi a tutela del mercato nazionale e fortemente distorsive delle pratiche di libera concorrenza, nonché la crisi di due dei più importanti settori di utilizzo dei prodotti inox, l’automotive e l’oil&gas, hanno influito notevolmente sul mercato, soprattutto nel secondo semestre”.
Per la Cogne Acciai Speciali, che esporta circa l’80% della produzione, il mercato del settore mobility pesa infatti per il 35% della produzione; l’oil&gas e l’industria estrattiva arrivano al 25%; la power generation all’8%, così come l’alimentare, mentre costruzioni e infrastrutture assorbono il 7% della produzione e l’aerospace il 3%.
“Nonostante il freno dell’export, nel 2019 abbiamo lavorato per ampliare il nostro portafoglio ordini: l’aerospace sta crescendo, e si stanno affacciando comparti interessanti come quello medicale, dei semiconduttori e dell’orologeria – sottolinea il direttore commerciale. – Inoltre, con il Piano Industriale 2020/2023, l’Azienda conferma l’impegno nel mercato delle specialties e la volontà di mantenere l’eccellenza operativa e tecnologica per garantire la sostenibilità del business nel futuro, che si preannuncia ricco di sfide ma anche di opportunità. Nell’arco del prossimo quadriennio, come Gruppo ci poniamo infatti l’obiettivo di sviluppare oltre 90 milioni di euro di investimenti rivolti all’ambiente e alla sicurezza, all’industria 4.0, alla riduzione dei costi e all’ammodernamento degli impianti per essere sempre all’avanguardia”.
A sostegno di questo piano di sviluppo, la formazione dei 1300 dipendenti, che nel 2019 ha visto per i circa 1130 addetti dei tre siti italiani la somministrazione di quasi 25 mila ore complessive di corsi.
Sul 2020 la Cogne, senza avere ancora dati certi, ipotizza una perdita di fatturato del 10% circa.