Cresce il lavoro stagionale, il 35% degli addetti non è valdostano

Il dato si riferisce alla “Relazione socio economica 2021-2022” presentata dal Presidente della Regione Erik Lavevaz e dal capo dell’”Osservatorio economico e sociale” Dario Ceccarelli durante il pomeriggio di oggi, giovedì 24 novembre.
Erik Lavevaz e Dario Ceccarelli
Economia

Nonostante il timido rilancio economico registrato tra la fine del 2021 e i primi mesi del 2022, paiono permanere incertezze e attese nelle previsioni per il futuro, fortemente influenzata da tensioni socio-politiche dell’attualità tra cui caro energia e guerra russa. È quanto emerso dalla “Relazione socio economica 2021-2022” presentata dal presidente della Regione Erik Lavevaz e dal capo dell’”Osservatorio economico e sociale” Dario Ceccarelli durante il pomeriggio di oggi, giovedì 24 novembre. Tra gli altri dati, il rapporto evidenzia una grande incidenza del lavoro stagionale, il quale risulta avere un peso del circa 31% nei primi 7 mesi del 2022 nonché una crescita di impiegati non residenti che, superando le quote antecedenti la pandemia, raggiunge la soglia del 35%.

Il report

Dopo la presentazione generale tracciata da Lavevaz, che ha definito la relazione “un lungo e complesso lavoro di qualità, capace di tracciare un quadro di ripartenza maggiormente completo che proietta la regione verso un pieno ritorno alla perduta normalità”, Ceccarelli ha provveduto a elencare nonché a chiarificare i dati raccolti all’interno del documento, “quest’anno pubblicato in maniera posticipata per via della necessita, data la peculiarità dell’anno in corso, di avere a disposizione statistiche aggiornate e pertanto più utili”.

Pil e dinamiche turistiche

Se per il 2022 si auspica un pieno recupero del gap del prodotto interno lordo già avviato nel 2021 e, nonostante un rallentamento nella domanda interna, quella estera pare essere tornata a livelli pre-pandemici, la nuova tematica dei prezzi in impennata dalla primavera non può che destare crescente preoccupazione economica e sociale.

“Accanto alla parca consolazione che vede la Valle d’Aosta quale la regione che registra aumenti meno rapidi rispetto ad altre realtà territoriali italiane, è innegabile che tale picco dei costi energetici stia andando a ripercuotersi su altri settori – ha commentato Ceccarelli -. Dopo un 2021 privo di effettivi introiti durante la stagione invernale e una ripresa accennata soltanto a decorrere dall’estate, un buon segnale fornisce il dato secondo cui il totale delle presenze dei primi 9 mesi del 2022 ha già superato quello relativo invece all’intero anno precedente anche a scapito di una lieve perdita dei flussi stranieri”.

I prezzi
I prezzi

Occupazione e mondo del lavoro

Il confronto con le statistiche Istat del 2021, le quali hanno sancito un tracollo totale dell’occupazione, denotano una piena ripresa a partire dal secondo semestre, la quale richiede comunque di essere ponderata con un cauto ottimismo favorito da un aumento delle assunzioni pari al 22% e un rallentamento tendenziale della disoccupazione.

“Sulla base dei dati prodotti dal Dipartimento politiche del lavoro, i fabbisogni occupazionali della regione sono stati coperti per l’81% grazie al mercato locale con un 65% di impiegati italiani residenti e un 16% di impiegati stranieri residenti – ha proseguito Ceccarelli, riscontrando un miglioramento decisivo nel settore dei servizi ma di minore entità nei comparti di commercio e turismo -. Il tasso conferma una crescita del 69% del lavoro dipendente e indipendente, un segnale positivo anche per l’anno a venire”.

L'occupazione
L’occupazione

Demografia e benessere sociale

L’impatto della demografia sulla situazione socio-economica della Valle d’Aosta viene evidenziato dalla Relazione socio economica 2021-2022” quale fondamentale su tutto il tessuto della regione.

“L’andamento recessivo attuale tradisce una situazione di profonda crisi che vede la popolazione valdostana diminuire per l’ottavo anno consecutivo, riscontrando dal 2014 a oggi una perdita di addirittura 4.900 persone, il 3,8% del totale degli abitanti – ha continuato Ceccarelli, imputando tale drammatica discesa sia al basso livello di natalità sia alla insufficienza dei flussi migratori a sanarne le mancanze sia alla recente caduta della popolazione femminile in età fertile -. Se da un lato i tassi di benessere paiono in lento e parziale miglioramento così come la spesa media delle famiglie, sempre meno propense al risparmio perché sempre meno soggette a povertà, dall’altro le valutazioni soggettive e individuali mostrano un quadro di luci e ombre che vede un aumento degli individui ottimisti e fiduciosi verso gli altri e al contempo una diminuzione di coloro che esprimono soddisfazione per la propria vita e le proprie relazioni parentali e amicali”.

La demografia
La demografia

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