Un 2021 di forte crescita economica per il gruppo Cva, che nei giorni scorsi ha approvato il progetto di bilancio consolidato del Gruppo. Ricavi netti consolidati pari a 711 milioni di euro, erano 536 milioni di euro nel 2020, Ebitda a 193 milioni di euro contro i 139 milioni di euro nel 2020, margine operativo netto di 132 milioni di euro contro gli 87 milioni di euro nel 2020 e ancora utile netto consolidato al 31 dicembre 2021 di 135 milioni di euro contro i 61 milioni di euro nel 2020.
Dati che non possono che far felici i vertici della partecipata.
“Il Gruppo CVA – dichiara il Presidente Marco Cantamessa – non mostra solo risultati economici particolarmente importanti per il 2021, ma vede anche ben avviato il percorso di implementazione dell’ambizioso Piano Strategico 2021-2025. Nell’anno sono infatti stati avviati tutti gli ambiti di sviluppo previsti, grazie anche a un importante processo di riorganizzazione (con l’individuazione, tra l’altro, di un Direttore Generale) al fine di orientare le attività del Gruppo a operare in maniera sempre più efficace ed efficiente verso la crescita delle energie rinnovabili, l’innovazione e la digitalizzazione”.
“I risultati ottenuti nel 2021 – aggiunge Giuseppe Argirò, Amministratore Delegato di Cva –, confermano l’ottimo stato di salute del Gruppo Cva, grazie ad un rilevante consolidamento economico-finanziario frutto anche della capacità operativa dell’azienda. In particolare, le strategie poste in atto dalle società del Gruppo e le competenze di tutte le persone che vi lavorano hanno contribuito a rafforzare le caratteristiche di resilienza alla volatilità di alcuni fondamentali del business di Cva, quali la disponibilità delle fonti (acqua, aria e vento) e l’andamento dei prezzi dell’energia”.
In un contesto non proprio idilliaco, fra Pandemia e gli effetti del conflitto russo-ucraino, il gruppo Cva ha prodotto energia rinnovabile per 2.819 GWh (erano 3.347 GWh nel 2020), di cui 2.492 da fonte idroelettrica e 327 da fonte eolica e fotovoltaica, garantendo la copertura nel 2021 del 2,5% della produzione nazionale di energia elettrica da fonti rinnovabili, con una lieve diminuzione rispetto agli esercizi precedenti.
“Tale diminuzione è dovuta principalmente al minor apporto di energia prodotta da fonti idroelettriche (-18%) a causa principalmente delle sfavorevoli condizioni climatiche. – evidenzia una nota del gruppo – Nonostante il grave impatto determinato dagli effetti del cambiamento climatico in termini di minore idraulicità, in coerenza con la propria visione totalmente sostenibile, il Gruppo ha esercito gli impianti idroelettrici con la consueta significativa attenzione al territorio ed alle sue fragilità ambientali”.
Nel 2021, il Gruppo ha inoltre avviato le attività nel settore dell’efficienza energetica, con la costruzione di un portafoglio ordini per interventi di efficientamento di edifici superiore alle previsioni di budget, e pari a 114,5 milioni di euro. Inoltre, ha proseguito lo sviluppo della propria pipeline di progetti per nuova impiantistica di produzione di energia da fonti rinnovabili e, a fine 2021, questa risultava superiore a 400 MW, in aumento rispetto all’esercizio precedente.
Il gruppo, tramite la società Deval, ha distribuito 898 GWh, in aumento del 8,7% rispetto all’anno 2020, servendo 129.253 punti di consegna (contro 128.907 punti di consegna nel 2020) mentre la società CVA Energie sono stati somministrati a consumatori finali 1.576 GWh (in flessione del 27% rispetto al 2020), di cui 52 GWh a clienti del mercato della Maggior Tutela e 1.524 GWh a clienti del mercato Libero.
Una risposta
Bene, sarebbe il momento di ridistribuire gli utili grassi tra tutta l’utenza, visto che questi millantati benefici vengono anche dalle nostre tasche, no?