Decreto sostegni, la delusione degli albergatori: “Ignorate le nostre necessità”

Spiega il Presidente Adava Filippo Gérard: "I ristori serviranno a pagare le utenze irrinunciabili e primarie di un solo mese altro che compensare le perdite di un intero anno di mancato lavoro".
Il Presidente Adava Filippo Gérard
Economia

“Ancora una volta le nostre aspettative, le nostre speranze, ma soprattutto le reali necessità delle aziende che mi trovo a rappresentare oggi sono state quasi del tutto ignorate e disattese“. E’ quanto scrive in una lettera inviata ai propri associati Filippo Gérard, Presidente Adava, l’Associazione degli albergatori valdostani, esprimendo tutta la propria delusione per i contenuti del decreto sostegni, varato nei giorni scorsi dal Governo Draghi.

I ristori verranno concessi solo sulla base del 2020, “a dispetto della perdita della stagione invernale che per noi è stata la vera batosta del 2021″.

Del fondo montagna di 700 milioni di euro “ancora oggi non si capisce quanto percepiremo come imprese dell’ospitalità, in quanto la fila dei danneggiati è molto lunga (se come sembra da questo importo dovranno essere sottratte le risorse destinate alle società degli impianti di risalita, è inevitabile pensare che per il resto del mondo della montagna rimarranno solo le briciole)”. La cifra inoltre è molto lontana da quella immaginata in un incontro con il Ministro Garavaglia. “In tale occasione  – ricorda Gérard – si parlava di un danno pari a circa 12 miliardi e un obiettivo compensativo di almeno 4 miliardi per i ristori alla Montagna”. 

Il Presidente di Adava conti alla mano porta un esempio di un associato: una bella struttura alberghiera nella Valle del Cervino con una trentina di camere e un servizio di ristorazione di livello con un fatturato totale annuo pari a circa 1 milione di euro che genera all’incirca 100 mila euro di utile; “oltre ad aver già introitato una serie di imposte quali ad esempio l’Iva o l’Imu, lo Stato applica un ulteriore prelievo impositivo pari a circa il 50% all’utile generato”. In questo specifico caso, con una perdita nel 2020 pari a 310 mila euro, l’albergatore riuscirà a rispettare il parametro fissato nel decreto di una diminuzione di fatturato 2020/2019 del 30% ed avrà dunque diritto a ricevere un ristoro pari a 10 mila euro.

“Per quanto ad una persona estranea al nostro mondo tale importo potrebbe sembrare adeguato, tutti noi imprenditori sappiamo bene che, molto probabilmente, sarà appena sufficiente a pagare le utenze irrinunciabili e primarie di un solo mese, quali l’energia elettrica, il telefono, la rete internet, una minima manutenzione degli impianti, oltreché i costi di riscaldamento per evitare il congelamento dei tubi, altro che compensare le perdite di un intero anno di mancato lavoro”.

Calcolatrice alla mano è tranchant anche il giudizio di Alessandro Cavaliere, consigliere della Giunta Esecutiva Nazionale Federalberghi: “Provo profondo sconcerto nel dover soppesare l’intangibile indennizzo che arriverà agli operatori economici del turismo che hanno pagato, e stanno tuttora pagando, il prezzo più alto di questa pandemia. Un’azienda che nel 2020 ha perso 600.000 euro di fatturato rispetto al 2019 riceverà un sostegno di 20.000 euro, un’altra che ne ha persi 1,2 milioni riceverà un sostegno di 30.000 euro. È drammaticamente deludente scoprire che economisti del calibro del Presidente Draghi e del Ministro Franco possano ritenere adeguati importi così intangibili rispetto al volume reale delle ingenti perdite subite.”

Ristori ritenuti inadeguati e per giunta relativi al solo 2020. “Tutt’altro capitolo sarà poi il 2021, anno nel quale molto probabilmente le nostre imprese subiranno perdite che si aggireranno tra il 60 e l’80 per cento del fatturato e di ristori compensativi ancora non se ne parla” ricorda ancora Gérard. Impietoso il confronto con i vicini francesi. “Un nostro collega francese ha infatti ricevuto mediamente il 20% del fatturato medio mensile del 2019 – sottolineo fatturato e non perdita – rispetto al nostro 3% della perdita. Senza contare poi che i nostri colleghi transalpini hanno ricevuto questi ristori mese per mese.

Azioni di sostegno che minano la competitività delle aziende italiane rispetto a quelle europee. E’ netto Gérard:
“Mi spiace dirlo, ma la perdita di credibilità nelle istituzioni e nel sistema paese di oggi, sono il terreno fertile in cui nascerà e crescerà la propensione all’illegalità e all’evasione fiscale domani”.

Gli albergatori tornano, quindi, a bussare alla porta della Giunta regionale chiedendo un piano straordinario di sostegno e rilancio dell’economia. “Ora abbiamo necessità di risposte puntuali. – conclude Gérard – Non abbiamo mai chiesto assistenzialismo, ma semplicemente un sostegno minimo e adeguato che permetta alle nostre imprese di arrivare in vita al giorno in cui potremmo riaprire le porte ai nostri ospiti e ricominciare a lavorare”.

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