Mai come quest’anno i mercatini di Natale, ribattezzati da queste parti Marché Vert Noël, hanno riscosso un gradimento importante. Un prodotto che negli ultimi anni è andato consolidandosi sempre più e che è cresciuto notevolmente anche ad Aosta. Ogni anno la rapida evoluzione positiva della domanda di questo prodotto ha per forza di cose costretto gli intermediari turistici a trovare nuove destinazioni necessarie a proporre alternative alle classiche mete europee e dell’Alto Adige. In questo senso il meno rinomato (perché più giovane) mercatino di Aosta ha potuto beneficiare di una sorta di overbooking di altri mercatini europei. Tra le mete più classiche ci sono la Germania (Dresda fu la prima località ad ospitarli in epoche non sospette, fine del 1400) l’Austria, la Svizzera e l’Alto Adige.
Camminando tra le bancarelle del mercatino natalizio aostano ci siamo imbattuti più di una volta in turisti alla ricerca di informazioni. L’ambiente informale e il rapporto confidenziale che spesso si instaura con i commercianti più estroversi e convincenti conduce spesso gli ospiti a chiedere informazioni di vario genere. Tra le principali richieste c’è quella classica di “dove possiamo mangiare qualcosa di tipico e buono? Dove fanno la fonduta?” Sono domande che possono sembrarci scontate ma che possono metterci in grande crisi e coglierci impreparati. Probabilmente almeno una volta nella nostra vita in quel locale ci siamo entrati ma quasi mai ce lo ricordiamo al momento buono. Questa difficoltà sulla quale tutte le persone che entrano in contatto con gli ospiti, operatori turistici e commercianti in primis, dovrebbero intervenire è però aggravata dall’inefficacia di alcuni supporti (piantine, mappe, cartacee e digitali, informazioni e applicazioni del caso) non sempre facilmente reperibili, ma in grado di dare una risposta pronta a questo tipo di domande.
Servono poche ma chiare informazioni, tra le più richieste c’è quella della fascia di prezzo, seguita dalla tipologia di piatti proposti fino alle modalità più facili per la prenotazione e per il raggiungimento. Se dunque sull’indicazione di un ristorante o di un negozio possiamo cavarcela memorizzando i nomi di alcuni locali o tenendo con noi dietro il bancone cartine e dépliant, le difficoltà aumentano quando bisogna spiegare ricette, indicare vette e distanze, non parliamo di cosa accadrebbe se ci trovassimo a dover dare spiegazioni storiche o artistiche.
Molto spesso i turisti hanno nella mente preconcetti o immaginari del tutto sbagliati e confondono facilmente grolla con coppa dell’amicizia piuttosto che un formaggio con un altro. Se questo accade probabilmente abbiamo contribuito noi stessi trasmettendo messaggi non sempre corretti. Essere in grado di far fronte a queste piccole richieste contribuisce più di quanto si possa pensare alla soddisfazione generale degli ospiti e se proprio non sappiamo rispondere, è bello prendersene carico chiedendo a qualche collega o cercando di reperire l’informazione mancante.