È in ripresa, nonostante i numeri siano ancora esigui, l’economia della Valle d’Aosta.
Il dato è emerso oggi, nel tardo pomeriggio, durante i lavori della ‘Giornata dell’Economia 2016’, dal Presidente della Chambre Valdôtaine Nicola Rosset: “Dalla nostra analisi – ha spiegato – emerge un quadro ancora di sofferenza per la demografia delle imprese valdostane, anche se si vede un lievissimo miglioramento grazie ad una domanda interna più vivace e ad un PIL cresciuto nel 2015 dello 0,8% rispetto allo 0,5% nazionale”
Miglioramenti che passano anche attraverso un aumento del potere d’acquisto da parte delle famiglie, mentre cala (-0,3%, circa 650 milioni di euro, in controtendenza se raffrontato al mercato nazionale) la percentuale delle esportazioni. In calo anche il numero stesso delle imprese: a fine 2015 quelle registrate in Valle sono 13.012, 330 in meno (lo 0,3%) rispetto al 2014, con particolare sofferenza per quelle artigiane (3.786, 124 in meno rispetto a due anni fa), come anche per quelle femminili e quelle straniere. Tengono invece le imprese giovanili, 1198, il 9% del totale.
La ricetta, Rosset, ce l’ha: “È importante – ha spiegato – sostenere lo sviluppo reti di imprese, dal momento che la media montagna è soggetta a rischio di ‘desertificazione’. In un momento di difficoltà economica è necessario porre attenzione all’accesso al credito da parte delle imprese, alla digitalizzazione dei servizi e alla burocratizzazione, così come al miglioramento della ferrovia, ad un più efficace trasporto su gomma, al contenimento dei costi dell’autostrada e alle possibilità offerte dai fondi nazionali ed europei”.
La ricerca della Chambre ha poi suddiviso la Valle in cerchi concentrici di analisi: “Un quarto delle imprese valdostane sono ad Aosta – ha spiegato la dottoressa Claudia Nardon, dirigente della Chambre – mentre il calo maggiore, meno 3,3%, si è evidenziato nella campagna urbanizzata. Meno intaccata è invece l’area di alta montagna sia turistica, la più densamente popolata con 191 imprese di media ogni mille abitanti, che quella non turistica”.
È stata la media montagna, però, a fornire indicazioni sorprendenti: “Nel breve e medio/lungo periodo – ha evidenziato Dario Ceccarelli, Capo dell’Osservatorio economico e sociale della Regione – la media montagna, pur con solo il 13-14% di flussi turistici, risulta una delle aree più dinamiche non solo dal punto di vista della demografia delle imprese ma anche per l’economia ed il lavoro, fattori resi possibili anche grazie ad investimenti tecnologici che rendono la media montagna molto interessante in prospettiva futura”.
“Sono dati sicuramente confortanti sebbene siamo ancora a livelli di ‘zero virgola’ – ha concluso il Presidente della Regione Augusto Rollandin – e negli ultimi anni abbiamo cercato, come parte pubblica, di approcciarci diversamente rispetto a prima. Se una volta dovevamo comprare gli investimenti fatti da imprese che fallivano ora gli imprenditori chiedono di comprare gli stabilimenti. Aver aiutato le imprese in un momento difficile ha permesso di riprendere nella crescita, ed i risultati cominciano a vedersi. Non siamo ancora così bravi a vendere quello che abbiamo, ma ad esempio siamo l’unica regione d’Italia ad energia completamente pulita”.