Edilizia, in 4 anni dimezzato il numero di lavoratori e di imprese

Al grido d'allarme per una crisi che sembra irreversibile Cna accompagna la richiesta alla politica di "una terapia immediata e condivisa di programmazione e di investimenti sulla salvaguardia del territorio, sull’edilizia scolastica"
Economia

La crisi del settore delle costruzioni in Valle sta tutta nei numeri, drammatici: nel 2008 i lavoratori iscritti alla Cassa Edile di Aosta erano 5.084 e 898 le imprese registrate, quattro anni dopo, ovvero nel 2014 i lavoratori sono scesi a 3007 e le imprese registrate al 30 settembre risultavano 502, con una perdita secca di 2077 operai (-41%) e 396 imprese (-44%). Una situazione ancora peggiore se vista sul fronte dei lavoratori stranieri, compresi gli extracomunitari: nel 2008 erano 1.559, nel 2014 risultavano 776: quasi il 50% in meno. Il Monte salari registrato in Cassa Edile, è passato da 66,5 milioni di euro del 2008 a 56,5 milioni di euro del 2014, con una perdita del 15%. Il numero dei DURC (Documento Unico di Regolarità contributiva) rilasciati dalla Cassa edile, utili alle imprese ai fini dei pagamenti per i lavori effettuati, nel 2014 sono diminuiti del 13,8% rispetto al 2013.

Una situazione che per il 2015, dice in una nota Cna, "rischia di peggiorare". La crisi si è abbattuta soprattutto sulle opere pubbliche e sul nuovo residenziale con perdite di fatturato consistenti. Negli ultimi 10 anni gli investimenti pubblici regionali hanno avuto un crollo del 74% nel settore della viabilità e del 76% per le infrastrutture per mobilità e reti; meno 54% di spesa per l’assetto idrogeologico e meno 65% negli investimenti per il governo del territorio. "Mentre le risorse della Regione destinate agli investimenti sono crollate – sottolinea Cna –  la spesa corrente è rimasta sostanzialmente invariata così come i livelli occupazionali del pubblico impiego".

Al grido d’allarme per una crisi che sembra irreversibile Cna accompagna la richiesta alla politica di "una terapia immediata e condivisa di programmazione e di investimenti sulla salvaguardia del territorio, sull’edilizia scolastica, sulla riqualificazione delle città e dei centri storici e sulle opere di manutenzione, sulla viabilità sostenibile". Classe politica, definita da Cna "troppo spesso è arroccata a difesa di posizioni acquisite ed incapace di discutere se stessa", a cui viene chiesto di " superare il patto di stabilità, sbloccando i fondi già stanziati per le piccole opere, rispettare e rendere operative le direttive europee sui tempi di pagamento (30 giorni), trovare delle soluzioni per ridurre i catastrofici effetti dello “Split payment e del Reverse Charge”, vera e propria scure per le imprese, che dal 1 gennaio 2015 si sono trasformate in veri e propri finanziatori dello Stato che per effetto delle nuove regole Iva si troverà in debito strutturale nei confronti delle imprese, che non hanno ad oggi tempi certi di recupero delle somme anticipate".

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