A spiegare i motivi della mobilitazione è Mikhail Asiatici, dell’Isitip di Verrès, portavoce del Movimento studentesco valdostano (MSV) “Protestiamo contro i tagli finanziari di 8 miliardi di euro in tre anni alla scuola pubblica, a vantaggio di quella privata; alla trasformazione della scuola in azienda; all’assunzione diretta degli insegnanti; alla reintroduzione del voto in condotta ai fini della bocciatura, che non rappresenterà uno strumento dissuasore per i “bulli” e che rischia di diventare al contrario strumento di repressione a discrezione degli insegnanti”.
Tra i motivi della riforma si aggiunge, inoltre, l’abbassamento dell’obbligo scolastico “che rappresenta un passo indietro rispetto al passato – continua il portavoce dell’MSV – di fronte ad un quadro europeo che vede gli altri Paesi elevare tale obbligo ai 16 o 18 anni”.
Quella degli studenti valdostani è una protesta di solidarietà con il mondo della scuola più in generale che giudica la riforma lesiva della qualità dell’istruzione e del diritto allo studio. “La Valle è un po’ un’isola felice – spiega ancora Asiatici – poiché rispetto al discorso del “maestro unico” e di altri capitoli della riforma possiamo fare conto sul fatto che la Regione Valle d’Aosta, ha un ordinamento proprio. Tuttavia quello che succede in Italia non ci deve lasciare indifferenti”.
Gli studenti della scuola valdostana si uniscono così alla protesta e agli altri cortei organizzati nel resto d’Italia. Univoco il messaggio che il mondo della scuola sta cercando di lanciare al Governo per rivendicare una scuola pubblica di qualità, laica e democratica, che sia realmente volano di emancipazione sociale. Tra le proposte del mondo degli studenti al Governo figura, oltre al rifiuto dei tagli alla scuola previsti in Finanziaria, del maestro unico e del voto in condotta, un piano per l’edilizia scolastica e una "legge nazionale sul diritto allo studio, che abbatta la dispersione scolastica e renda possibile accedere ai saperi su tutto il territorio nazionale".