“I diritti di mamma e papà”. Pubblicata una guida per i neo genitori

L'ufficio della consigliera di parità e le organizzazioni sindacali valdostane hanno realizzato una campagna comunicativa per estendere la consapevolezza delle normative legate a maternità, paternità e congedi parentali.
Da sx Annarita Nassini e Antonella Barillà
Economia

“Il messaggio principale che vogliamo lanciare è questo: non possiamo tollerare i quotidiani atti di ordinaria discriminazione verso le madri lavoratrici: per questo è fondamentale diffondere la consapevolezza dei loro diritti”.  Con queste parole la consigliera di parità Antonella Barillà ha presentato la piccola guida “I diritti di mamma e papà”, pubblicata nell’ambito di una campagna di comunicazione realizzata assieme alle organizzazione sindacali confederali Cgil, Cisl, Uil e Savt della Valle d’Aosta. L’opuscolo spiega, in lingua italiana, francese, inglese, spagnola e araba, per facilitare la sua diffusione presso le famiglie straniere, quali sono i diritti relativi a maternità, paternità e congedi parentali.

La legge 53/2000 offre infatti molte opportunità per i genitori, volte, tra l’altro, a incentivare una maggiore condivisione della presa in carico dei figli da parte di padri e madri. Inoltre sono stati stanziati dei finanziamenti per tutte le aziende che decidono di investire in progetti relativi alle politiche di conciliazione, ma solamente tre aziende, nella nostra regione, hanno voluto usufruire di questa opportunità.

Secondo quanto afferma la consigliera di parità “sono numerose le donne che abbandonano il lavoro entro il primo anno di vita del figlio. Difficilmente si riscontrano discriminazioni palesi, che avvengono alla luce del sole. Nella maggior parte dei casi le madri sono costrette ad assumere o a mantenere dei turni di lavoro incompatibili con i carichi familiari, non ottengono sufficienti permessi, o il loro contratto non viene rinnovato. La maternità, specialmente nel settore privato, è considerata un elemento di disturbo”. I contratti atipici, hanno ricordato i rappresentanti delle sigle sindacali presenti alla conferenza stampa di presentazione del libretto, rappresentano spesso un vettore di discriminazione, poiché i lavoratori precari godono di minori tutele e sono più facilmente propensi a rinunciare ad alcuni diritti per mantenere il posto di lavoro. 

Per fortuna, ha ricordato Claudio Viale, della Cgil, un fenomeno come quello della lettera di dimissioni in bianco, da firmare al momento dell’assunzione, non è più possibile. In caso di dimissioni del lavoratore, infatti, il datore di lavoro deve recarsi in comune o in un centro per l’Impiego e munirsi di un modulo prestampato della durata di 15 giorni, dotato di un numero progressivo. Un sistema ricattatorio utilizzato spesso nei confronti delle donne, possibili future mamme.

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