"Tralicci che spuntano come scheletri dalla nebbia delle valli, alberghi abbandonati come colossi di ghiaccio, seggiovie fantasma sospese nel nulla". Con queste parole apriva un’interessante inchiesta del settimanale l’Espresso dell’anno scorso. L’inchiesta raccontava il deludente scenario post olimpiadi piemontese. In realtà scopriamo che tutto l’arco alpino è pieno di casi analoghi: un vero e proprio cimitero del turismo. L’ultimo censimento (CIPRA 2011) di questo paradiso ferito conta 186 impianti chiusi su 350 esistenti in Italia, 4 mila tralicci abbandonati, 600 mila metri di fune d’acciaio che oscillano nel vuoto senza vedere più sciatori e numerosi hotel e ristoranti inoperosi un po’ ovunque.
Guardandoci attorno ci accorgiamo che anche in Valle d’Aosta, seppur più attenuato, esiste un problema analogo. Usciti dal traforo del Monte Bianco, imboccando la strada statale che attraversa tutta la nostra regione, capita di osservare alcune strutture alberghiere desolatamente abbandonate. Uno spettacolo piuttosto malinconico che induce a qualche riflessione su un’attività imprenditoriale, quella di albergatore e di operatore turistico, tanto complessa quanto sottovalutata. Appena partiti lungo la strada incontriamo nei pressi della Funivia della Val Veny il primo hotel relitto, qualche chilometro più avanti, nei pressi di La Salle, quasi inosservato appare un ristorante chiuso da qualche lustro, procedendo verso Aosta all’altezza dell’abitato di Derby si trova, o meglio si trovava, l’omonimo hotel anch’esso chiuso da diversi anni; prima di arrivare ad Aosta ci si imbatte ancora nelle brutture degli ex hotel La Pineta di Saint-Pierre e dello storico Villa dei Fiori storico hotel di Sarre. In altri casi alcuni alberghi hanno invece lasciato spazio a condomini, in particolar modo nella zona di Aosta, dove sui resti degli hotel Valle d’Aosta e Ambassador si trovano oggi uffici e alloggi, alcuni di questi tutt’ora in costruzione. Si registrano casi analoghi un po’ ovunque in Valle ma arrestiamo il nostro viaggio ad Aosta per fare alcune riflessioni.
Indubbiamente prima ancora che un’analisi economia appare evidente che si tratta di eco mostri non propriamente belli da vedersi e piuttosto malinconici. In secondo luogo, per evitare il proliferare di casi analoghi, in tempi di crisi, vale la pena fare almeno altre due considerazioni, interessanti per la nostra regione così come per altre destinazioni. Senza dubbio è necessario capire meglio quando e dove conviene costruire nuova ricettività e parlare ancora di turismo. Benché la grande maggioranza dei territori valdostani abbia delle potenzialità turistiche è evidente che alcune realtà soffrono più di altre, e che “potenzialità” non significa letti pieni. Un bel museo o una bella chiesa parrocchiale, per quanto significativi, non sono sufficienti a fare di una località una stazione turistica.
La seconda considerazione è legata alla complessità del fare turismo ed essere albergatori oggi. Non a caso la maggior parte delle imprese in difficoltà sono spesso progettate da imprenditori con scarsa o nulla esperienza nel settore che approcciano in maniera troppo banale il settore turistico. Interessanti a questo proposito sono i casi che si registrano non raramente nei bandi pubblici per l’aggiudicazione di strutture ricettive che, confermando quanto detto, vedono il succedersi troppo frequente di un alto numero di gestori non preparati. Qualche idea, piuttosto lacunosa e poco innovativa, cenni di analisi economico finanziarie solo se richieste, alcuna conoscenza dell’arte dell’accoglienza ed il gioco è fatto. Una ricetta troppo debole per dare continuità ad attività dalla gestione complessa.
Per questi motivi è fin troppo evidente che occorre più attenzione. I bandi turistici non possono essere legati ad una mera gara economica ma devono, cosi come tutti i progetti, richiedere prima di tutto idee e iniziative nuove supportate da analisi economiche credibili. Occorre poi che il mix degli investimenti sia maggiormente equilibrato tra struttura e comunicazione e che le conoscenze e le esperienze maturate nel settore siano elevate.