I dati pubblicati dall’assessorato regionale al Turismo relativi ai primi mesi del 2011 parlano chiaro: negli ultimi tre anni il comprensorio turistico del Gran San Bernardo, che comprende la valle omonima e la Valpelline, ha visto un lieve ma costante aumento di presenze turistiche. Si tratta ovviamente di dati relativi; con 1597 visitatori tra italiani e stranieri nel mese di gennaio, le cifre di quest’area restano sensibilmente più basse rispetto alle comunità montane maggiori, tradizionalmente votate al turismo. Ma con picchi di incremento che superano il +20% da un anno all’altro, è pur sempre un dato in controtendenza rispetto al resto del territorio regionale.
A scegliere questa zona, per un week-end o per uno short-break, è soprattutto un turismo di prossimità dalle regioni del nord Italia: Liguria, Piemonte e Lombardia e dall’estero: Francia e Svizzera, ma non mancano alcune eccezioni come inglesi, belgi e tedeschi.
Oltre alle bellezze paesaggistiche, spiegano dall’AIAT di Etroubles, contribuisce ad attrarre turisti la peculiare proposta culturale del territorio. Valico ineludibile sul tracciato della via Francigena, la Coumba Freida fu teatro di numerose vicende storiche. A partire dal 2003, con i fondi per lo sviluppo europei, le amministrazioni locali hanno svolto un ingente lavoro di rivalutazione del passato e delle tradizioni. Inoltre, grazie al partenariato con la Fondazione Pierre Gianadda di Martigny, la realizzazione del museo a cielo aperto e le prestigiose esposizioni in programma, il territorio è tra i pochi in Valle ad offrire itinerari di arte contemporanea.
Per quanto attiene l’aspetto sportivo, giunti ormai al termine di un’avara stagione invernale, sono stati numerosi gli sciatori che hanno animato i comprensori di Crevacol, Ollomont e Saint-Oyen Flassin. Piccoli resort immersi in un ambiente grandioso e lontani dall’affollamento dei comprensori maggiori, che con skipass a prezzi medio-bassi, rappresentano un’interessante alternativa per le famiglie.
Interpellato a riguardo il sindaco di Etroubles, Massimo Tamone, si dice soddisfatto dei dati: “Sono i primi risultati visibili di scelte in controtendenza fatte negli ultimi trenta anni.”
“All’epoca” spiega “la cementificazione massiccia, a cui il nostro territorio si è sempre opposto, sembrava l’unica chiave per il successo. Oggi, grazie ad un lungo lavoro di valorizzazione, sono numerosi i turisti che scelgono i nostri borghi proprio per la loro tranquillità. Molti comprano casa, e si tratta quasi esclusivamente di vecchi edifici ristrutturati.”
Sebbene non ancora quantificate, le ripercussioni economiche della crescita turistica appaiono evidenti e anche la popolazione negli ultimi anni – con 491 abitanti a Etroubles, 221 a Saint-Oyen e 665 in Valpelline – è tornata a crescere. “Un altro grande vantaggio” continua Tamone “è arrivato dagli interventi alla viabilità effettuati sulla Strada Statale n. 27, che oggi rende le nostre valli meno isolate.”
In conclusione, la sinergia tra iniziativa pubblica e privata avviata nel comprensorio del Gran San Bernardo sembra stia portando alla realizzazione la missione professata sul sito web di Crevacol dai suoi fondatori: “creare qualcosa che fermasse la pericolosa emorragia dell’emigrazione, specialmente dei giovani, costretti ad andare fuori dalla Comunità Montana, per assicurarsi una attività economica adeguata alle loro esigenze.”