Il giudizio sulle prime bozze della manovra di bilancio del Governo Draghi era rimasto in sospeso, in attesa vederci più chiaro. Soprattutto su pensioni e fisco. Alla luce di quanto emerso, invece, il giudizio generale del Savt – il Sindacato autonomo valdostano Travailleurs – “non può sicuramente essere positivo”.
A scriverlo è lo stesso sindacato: “L’auspicio è che, anche grazie alle iniziative sindacali in essere, ci sia ancora lo spazio di dialogo per arrivare a migliorare la manovra di bilancio prima della sua approvazione in aula, con l’obiettivo di poter scongiurare lo sciopero indetto su basi corrette da Cgil e Uil per il prossimo 16 di dicembre”.
“Prima di esprimere un giudizio si voleva capire meglio come si sarebbe agito in merito alla riduzione delle tasse e sul tema della riforma pensionistica – aggiunge il Savt –. Si auspicava che si andasse verso una equa revisione degli scaglioni Irpef e che si potesse finalmente aprire un vero confronto sulla riforma pensionistica, con l’obiettivo di evitare di arrivare progressivamente alla piena applicazione della riforma Fornero. In materia pensionistica si era, inoltre, chiesto che fossero finalmente inseriti nei lavoratori gravosi coloro che operano negli impianti a fune”.
Se un passo sull’imposta è stato fatto, non è comunque sufficiente: “In merito alla revisione dell’Irpef quanto è stato proposto fino ad oggi sicuramente non basta, visto che parrebbe che a giovare maggiormente del nuovo sistema sarebbero i redditi medio/alti e non le fasce più deboli di lavoratori e pensionati – è la critica del sindacato –. Oltretutto non è ancora ben chiaro quale sia la reale incidenza che avrà sulle famiglie l’introduzione dell’assegno unico universale, anche se dai primi calcoli fatti è facile immaginare che la situazione peggiorerà rispetto al modello precedente”.
Riguardo il tema delle pensioni la situazione è ancora peggiore: “Tutto tace, al momento, in merito alla riforma pensionistica. L’unica operazione proposta è quella di spostare quota 100 a quota 102, nell’ottica di arrivare, progressivamente, alla piena applicazione della Fornero. Sicuramente questo non è accettabile e in tal senso riteniamo che si debba necessariamente aprire un tavolo che porti ad incrementare le possibilità, vedi ad esempio lavoratori gravosi e usuranti, di uscire dal lavoro prima di raggiungere i requisiti previsti dalla riforma Fornero, che ricordiamo essere i 42 anni e 10 mesi di contributi o, peggio ancora, i 67 anni di età”, conclude il Savt.