Sono fra i famosi costi fissi che le società hanno dovuto sostenere nonostante la chiusura in questa stagione invernale di molti impianti. Stiamo parlando delle manutenzioni, svoltesi regolarmente con il personale, qualificato, di cui ciascuna società dispone. A queste manutenzioni si affiancano i controlli, come le corse di prova, previste prima della riapertura.
La tragedia accaduta a Stresa ha acceso i riflettori sul tema della sicurezza degli impianti a fune. A differenza di quanto avviene nelle regioni italiane a statuto ordinario dove la funzione di controllo è competenza dell’Ufficio Speciale Trasporti a Impianti Fissi, che è un organo periferico del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, in Valle d’Aosta ad occuparsi di sicurezza, svolgendo controlli tecnici e amministrativi, c’è la Sif, la Struttura Infrastrutture Funiviarie, Autorità di sorveglianza regionale.
“Prima c’era un ufficio condiviso fra Piemonte e Valle d’Aosta, da diversi anni invece abbiamo un servizio ispettivo regionale – ricorda Ferruccio Fournier, presidente dell’Associazione impianti a fune – Un gruppo ben organizzato al cui interno lavorano diversi ingegneri. Fra sorveglianti e sorvegliati c’è una stretta collaborazione. Inoltre all’interno di ciascun azienda ci sono strutture deputate, formate da tecnici e ingegneri, che si occupano della sicurezza degli impianti, che qui è sempre garantita. I controlli e le verifiche sono continue effettuate da personale interno, ma anche da ditte specializzate. L’attenzione alla sicurezza è massima”.
Gli impianti a fune a cadenze regolari sono sottoposti a revisioni speciali o generali per le quali interviene la Regione sostenendo le società partecipate. Una revisione generale può arrivare a costare anche oltre il milione di euro.
“Gli impianti a fune circa ogni 20 anni vengono sottoposti ad una revisione generale molto accurata, dove vengono fatti degli adeguamenti alla normativa vigente, adeguamenti ritenuti necessari per garantire la sicurezza” spiega Giuliano Zoppo a capo della struttura infrastrutture funiviarie della Regione Valle d’Aosta.
Il parco impianti a fune della Regione Valle d’Aosta comprende attualmente 113 impianti in concessione dislocati su 20 comprensori. Si tratta di 41 seggiovie ad ammorsamento fisso, 27 seggiovie ad ammorsamento automatico, 14 sciovie (soltanto una ventina di anni fa erano 59, poi sostituite in diversi casi da tappeti di risalita per i principianti), 14 telecabine, 11 funivie a va e vieni e 6 impianti di altro tipo (funicolari, ascensori inclinati ecc…).
A livello di comprensorio l’insieme dei 6 grandi comprensori detiene il 73% degli impianti complessivi: Courmayeur possiede 17 impianti, il Monterosa ski 16, La Thuile 15, Cervinia 13 e Pila 11, mentre i medi comprensori possiedono una media di tre impianti, con un massimo di cinque, ed piccoli comprensori non più di due impianti.
Come si legge nel rapporto regionale 2020 per gli impianti a fune “l’età media degli impianti valdostani è in crescita, e ciò in ragione del fatto che il trend di sostituzione degli impianti è diminuito. In prospettiva futura tale trend è destinato a consolidarsi, e ciò anche in virtù del fatto che la Regione autonoma Valle d’Aosta ha emanato, nel 2013, norme per la proroga della scadenza della vita tecnica degli impianti, in armonia con quanto già previsto dallo Stato, e che inoltre, nel 2015, lo Stato ha emanato un nuovo decreto nazionale, sostitutivo del precedente, recepito anche dalla Valle d’Aosta e che prevede, tra l’altro, la possibilità di prolungare la vita tecnica degli impianti oltre la loro scadenza subordinatamente all’esecuzione di opportuni controlli ed interventi”.
Impianto datato non significa però meno sicuro. “L’impianto vetusto – sottolinea ancora Zoppo – viene adeguato alla revisione generale e manutenuto regolarmente dalle nostre società, il livello di sicurezza viene sempre mantenuto in ogni caso”.