Iren torna a farsi avanti per Cva. Dopo la manifestazione di interesse, presentata nei mesi scorsi, la multiutility guidata da Massimiliano Bianco ha trasmesso alla Regione, tramite Finaosta, una nuova proposta: creare una nuova società, partecipata al 50% da Cva e Iren, in cui far confluire gli asset rinnovabili delle due società. Una joint venture che permetterebbe a Compagnia valdostana delle acque di uscire dall’impasse della Madia.
“Ci sono forti convergenze tra Iren e Cva, entrambe a controllo pubblico e contigue territorialmente. L’ipotesi avanzata da Iren di progetto aggregativo ha una forte valenza industriale e al contempo garantirebbe la più alta valorizzazione di Cva rispetto a qualsiasi altra opzione oltre a un significativo introito straordinario per la Regione Valle d’Aosta” ha dichiarato ieri all’Ansa il presidente Iren, Renato Boero.
Nella newco confluiranno, per quanto riguarda Cva, 933 MW (distribuiti su 32 centrali idroelettriche) 157 MW di eolico e 12 MW di solare, e per Iren 613 MW di idroelettrico. Il conguaglio ipotizzato a favore della Regione potrebbe arrivare a 500 milioni.
“La nuova società, con sede in Valle d’Aosta, – aggiunge il presidente Iren – potrà svolgere un ruolo di leader sul piano nazionale e potrà non solo valorizzare le professionalità già esistenti ma anche assicurare uno sviluppo dell’occupazione e del territorio della Valle”.
Dall’aggregazione nascerebbe il secondo operatore nazionale, dietro Enel, nel settore idroelettrico, una società interamente green e a controllo pubblico.
“Siamo ben consci che un concreto piano industriale comune – conclude il presidente Iren, Renato Boero. – non potrà che nascere da un lavoro congiunto con la Regione ed è per questo che auspichiamo di poter avviare quanto prima un costruttivo confronto di merito che metta a fuoco e recepisca le esigenze prioritarie del territorio valdostano”.