“La buona scuola”, insegnanti domani in piazza. “Il disegno di legge penalizza tutti”

La manifestazione, nel giorno della sciopero unitario, partirà da Piazza Chanoux alle 9.30 per percorrere poi le vie del centro storico. I partecipanti indosseranno un nastrino azzurro in antitesi a quello rosso posto sopra il progetto de "La Buona scuola
Economia

Un invito a tutta la popolazione a scendere in piazza domani, martedì 5 maggio, e un appello ai parlamentari valdostani a votare – la riforma sarà all’esame della camera in questi giorni –  contro il disegno di legge 2994/2015 sulla Buona Scuola. A lanciarlo sono le segreterie regionali di Flc Cgil, Cisl Scuola, Savt Ecole e Snals confsal nel corso di una conferenza stampa. 

La manifestazione, nel giorno della sciopero unitario, partirà da Piazza Chanoux alle 9.30 per percorrere le vie del centro storico. I partecipanti indosseranno un nastrino azzurro in antitesi a quello rosso posto sopra il progetto de "La Buona scuola". 

"Le ragioni di questo sciopero  – ricorda Katya Foletta della Flc Cgil – sono moltissime. Avremmo potuto confluire sulla manifestazione di Milano ma vogliamo dare un segnale alla Regione alla quale chiediamo di non adeguare tout court la riforma senza il confronto con gli insegnanti". 

A scendere in piazza domani saranno precari, docenti di ruolo, di ogni ordine e grado. "La riforma penalizza tutti, siamo tutti sulla stessa barca" sottolinea Alessia Demé del Savt Ecole. Sulla scuola dell’infanzia le ragioni della protesta riguardano la promessa di assunzione di 23mila insegnanti, contenuta nel disegno di legge, che cozza contro le dichiarazioni del Governo che ammette la mancanza di finanziamenti. Inoltre un altro disegno di legge, il 1260, include la scuola dell’infanzia in un sistema di istruzione 0-6 anni che dovrebbe essere finanziato per metà dallo Stato e per l’altra metà dagli enti locali e dalle famiglie. 

"I più preoccupati sono ovviamente i precari" ricorda Maria Grazia Florio dello Snals. "Il disegno di legge dice infatti che quanti gli insegnanti che superato i 36 mesi di lavoro a tempo determinato non verranno assunti. Inoltre si parla di far sparire le graduatorie di istituto". 

Altro punto contestato della riforma riguarda "lo strapotere che viene consegnato ai dirigenti scolastici" evidenzia Florio "a cui spetterà il compito di assumere, di valutare e di intervenire anche nella parte didattica, il tutto senza che i criteri siano stati esplicitati". Per i docenti di ruolo dovrebbe poi sparire la titolarità della sede e la mobilità volontaria.  "Con questa riforma il Governo si autoconsegna poi una delega in bianco ed è per noi la più grande preoccupazione perché rischiamo di veder diventare inefficaci tutte le norme che regolano oggi la scuola" chiosa Demé. 

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