La Scott di Gignod chiude i battenti

L’assemblea dei soci della SPF, multinazionale svizzera proprietaria del marchio e presente in Valle dal 1984, ha deciso la cessazione dell’attività e la messa in liquidazione della società. La Fim-Cisl: "Si chiude un altro pezzo di storia della metalmeccanica valdostana”.
Lo stabilimento Scott di Gignod
Economia

Martedì 1° dicembre la Scott, a Gignod, chiuderà i battenti.

A comunicarlo è la Fim-Cisl. L’assemblea dei soci della SPF, la multinazionale svizzera del settore sport proprietaria del marchio e presente in Valle d’Aosta dal 1984, ha deciso la cessazione dell’attività e la messa in liquidazione della società.

“Una chiusura dell’azienda che lascia a casa 14 persone – scrive il sindacato -, con contratto a tempo indeterminato, che erano attive nello stabilimento di Gignod. Si chiude, a seguito di un periodo di grande sofferenza economica, con diverse stagioni tribolate, acuite dall’emergenza sanitaria collegata al Covid-19 di questo 2020, un altro pezzo di storia della metalmeccanica valdostana”.

I bastoncini da sci, fabbricazione di eccellenza che usciva dallo stabilimento valdostano con il marchio dell’associata Scott, ha vissuto momenti di grande produzione e redditività (nei primi anni ’90 si contavano oltre 60 dipendenti), ma negli ultimi anni si attestava su 150mila paia di bastoncini prodotti e il calo di questo anno era stimato al 25% e addirittura al 50% la previsione 2021.

“La Scott chiude così tristemente il suo percorso – prosegue la nota Fim-Cisl -. Con l’interlocuzione delle organizzazioni sindacali rappresentate nell’incontro a Gignod dal segretario generale del sindacato Fausto Renna, sono state ottenute alcune garanzie. Assicurato l’incentivo all’esodo, con la corresponsione di alcune mensilità e il regolare pagamento delle quote dovute a tutti i quattordici dipendenti in forza; spettanze che saranno liquidate entro la fine del 2020. Martedì 1° dicembre 2020 la Scott chiude l’attività, e all’interno dello stabilimento resteranno attivi, per un periodo di cinque mesi, cinque lavoratori, impegnati a portare a termine tutte le operazioni di dismissione delle attrezzature. Il sindacato si è già adoperato con l’Assessorato per le Attività produttive dell’Amministrazione regionale per intercettare possibili politiche, sia attive che passive, con la definizione di specifici percorsi”.

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