Dopo la Pandemia è la guerra in Ucraina con tutte le sue conseguenze a rendere ancora incerto il clima fra le imprese valdostane. Non stupisce, infatti, che fra le misure ritenute maggiormente utili per la ripresa e lo sviluppo, la maggior parte delle 2872 imprese che hanno risposto ad un’indagine della Chambre, sulle 12257 presenti in Valle d’Aosta, indichino l’abbattimento dei costi dell’energia, seguito dai contributi in investimenti materiali e immateriali.
Le voci di costo che hanno visto aumentare maggiormente l’incidenza sui costi generali delle imprese nel secondo semestre del 2021 sono state il carburante e le materie prime/scorte, con circa il 70% delle imprese che denunciano aumenti, seguite da energia e gas (67%). Quest’ultima voce sembra aver pesato maggiormente sul settore del turismo (79,2% delle imprese intervistate dichiarano un aumento dell’incidenza e 42% un aumento superiore al 20%), del commercio (77,5%) e dell’agricoltura (70%).
“Dallo scorso febbraio il conflitto scoppiato in Ucraina ha profondamente mutato il quadro congiunturale, alimentando nuovamente il clima di incertezza sull’evoluzione dell’economia italiana. – ricorda il presidente della Chambre Roberto Sapia – Ad aprile la fiducia di famiglie e imprese ha mostrato una stabilizzazione con differenze significative nelle aspettative. Tra i consumatori sono migliorati i giudizi sul clima futuro mentre tra le imprese si è manifestato un deciso peggioramento delle attese”.
La fotografia restituita dall’indagine condotta nel mese di marzo sullo stato di salute aveva l’obiettivo di conoscere le esigenze delle imprese, per avere strumenti utili alla pianificazione.
“Avevamo chiesto un percorso di corresponsabilità rispetto alle cose da fare” evidenzia l’Assessore alle politiche del lavoro Luigi Bertschy. “Questi dati sono utili in vista del prossimo, corposo, assestamento. Dovremo essere allineati fra tutti gli attori istituzionali sulle priorità. L’idea d’ora in avanti è di andare verso azioni che ci permettano di rendere queste risorse ancora più efficaci, penso ad esempio a percorsi di formazione e occupazione. Facciamo fatica a trovare dei lavoratori, non è solo una questione di stipendio, quanto di condizioni generali di attrattività del posto di lavoro, aspetto che compete a tutti”.
“Non tutto può essere una priorità” gli fa eco il Presidente della Regione Erik Lavevaz “Per questo bisogna avere degli strumenti per fare delle scelte”.
Rispetto all’anno scorso l’indagine della Chambre mostra come alcune delle previsioni delle imprese siano migliorate. A cominciare da quelle sull’occupazione. Nel 2022 il 18% delle imprese intervistate prevede una diminuzione nel proprio organico nel 2022, mentre il 71% non prevede modifiche. Soltanto un 11% stima però un aumento. Luci e ombre per il settore turistico, dove il 27% degli intervistati prevede una riduzione dell’occupazione, ma allo stesso tempo è qui che si registra la percentuale più alta di imprese che prevedono un aumento (18,2%). Turismo, commercio, trasporti e servizi alla persona sono i settori che più di altri hanno risentito della Pandemia e che allo stesso tempo hanno maggiormente beneficiato degli aiuti regionali. Nel 2021 il 63,8% delle imprese intervistate dichiara di aver percepito aiuti o sostegni regionali nel 2021 per emergenza Covid-19. Più bassa la percentuale (48,7%) di imprese che hanno beneficiato nel 2021 di aiuti o sostegni a livello nazionale.
Sugli investimenti l’indagine non segnala grosse inversioni di tendenza: le imprese che non hanno fatto investimenti nel 2021 continueranno a non investire, mentre quelle che avevano investito lo faranno prevalentemente negli stessi ambiti, prevalentemente in beni materiali. Lievi aumenti si rilevano negli investimenti nei settori green, sostenibilità e digitale anche se questi risultano essere secondari.
Diminuisce anche la richiesta di liquidità: il 78,5% delle imprese ha espresso esigenze inferiori a 25.000 euro.
Infine rispetto al 2019 il 42,7% delle imprese intervistate segnala nel 2021 un calo di fatturato, ma una buona parte (23,4%) registra una ripresa tornando ai livelli di fatturato del 2019 o aumentando il proprio fatturato rispetto a quello pre Covid (21%).
“La Valle d’Aosta ha un problema di attrattività, non di produttività” l’analisi di Giacomo Giusti del Centro Studi delle Camere di Commercio Guglielmo Tagliacarne. Fra il 2003 e il 2019 la nostra regione ha perso 81 posizioni passando dal 75esimo al 156esimo posto della classifica delle province europee per Pil procapite. La Valle d’Aosta è stata in particolare scavalcata dal Rhône, uno dei 13 dipartimenti dell’Auvergne Rhône-Alpes.
Nel nostro paese la Valle d’Aosta è la sesta “provincia” italiana per produttività, ma la frattura con le altre province alpine si sta allargando, in particolare per il settore manifatturiero, mentre tiene il settore turistico.