Ristoro dei mancati introiti e misure per affrontare la stagione invernale: le richieste dell’Adava

Sono alcune delle richieste che l'Adava, l'Associazione degli albergatori porterà domani, mercoledì 28 ottobre, nell'incontro in programma con la nuova Giunta regionale. 
Economia

Un ristoro delle imprese del settore turistico e della ristorazione che compensi i mancati introiti dei mesi di ottobre e novembre, calcolato in valore percentuale sul fatturato degli stessi mesi dell’anno precedente, l’erogazione immediata dei contributi previsti dalle misure regionali finora varate, il posticipo di un ulteriore anno della sospensione dei mutui Finaosta ma anche l’istituzione di un fondo integrativo alla cassa integrazione in deroga per il personale del settore turistico e della ristorazione, l’esenzione totale dell’Imu e la riattivazione del contributo per l’assunzione dei lavoratori stagionali.

Sono alcune delle richieste che l’Adava, l’Associazione degli albergatori porterà domani, mercoledì 28 ottobre, nell’incontro in programma con la nuova Giunta regionale.

“Il nuovo Dpcm è una vigliaccata nei confronti del nostro settore” sottolinea il Presidente di Adava Filippo Gerard “E’ scritto male e crea molta confusione. Sconsigliano alle persone di muoversi, ci lasciano aperti ma ci tolgono dei servizi.” Gli alberghi che hanno deciso di non chiudere, ma anche i B&B o altre strutture, al momento non sanno dove mandare a cenare i propri clienti. “Per questo chiediamo di trovare una soluzione che possa essere di compromesso, come avvenuto in Trentino, per prolungare l’apertura dei ristoranti”.

Ottobre e novembre sono per il turismo valdostano mesi di bassa stagione. “Se dovessero decidere per un lockdown totale, egoisticamente parlando per il nostro settore, preferirei si potesse fare ora, che non a dicembre, quando parte la stagione invernale, che per noi è la stagione più importante”.

Il timore del settore è che senza delle politiche di sostegno mirato, l’intero comparto e l’indotto generato possa essere messo in dicussione.

“Il problema di fondo è che non se ne vede la fine, siamo tutti in apprensione sia come imprenditori che come cittadini. Auspichiamo una maggiore chiarezza nella comunicazione, pur consapevoli delle difficoltà in cui si trovano oggi chi deve prendere delle decisioni, che hanno conseguenze economiche importanti”.

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