Scende la fiducia degli imprenditori in Valle

A preoccupare, stando all'indagine trimestrale di Confindustria, il rallentamento dell’economia di Germania e Francia assieme all'inflazione e ai tassi alti. In aumento rispetto agli scorsi tre mesi la percentuale di imprenditori che non prevede nessun investimento, che ora si attesta sul +49%.
Confindustria Valle dAosta
Economia

Ad aprile la preoccupazione era quella per le chiusure del traforo del Monte Bianco. La storia è andata un po’ diversamente, come abbiamo raccontato anche nel nostro dossier. Nonostante questo, la fiducia delle imprese cresceva.

Ora è diverso, come si legge nell’indagine previsionale condotta a settembre da Confindustria Valle d’Aosta riferita al quarto trimestre 2023, “su un campione rilevante delle oltre 300 imprese iscritte, di cui non fanno parte quelle del settore edile”. “Il rallentamento dell’economia di Germania e Francia, principali partner economici del nostro Paese, insieme ad inflazione e tassi alti, hanno eroso la fiducia delle imprese valdostane”.

“Avevamo previsto che non sarebbe stato un autunno semplice per il nostro territorio, l’export in contrazione sta riducendo i margini netti per le nostre imprese – dice infatti il presidente Francesco Turcato –. I tassi alti poi bloccano gli investimenti a lungo termine, e senza innovazione diventa più complesso restare competitivi nelle filiere di cui le nostre imprese fanno parte. Tutto questo si riverbera purtroppo anche nelle previsioni occupazionali, anche se la Cig resta a livelli bassi”.

Ma l’ombra delle chiusure resta: “L’attenzione deve essere massima sia per le piccole che per le medie e grandi imprese, specie ora che il traforo del Monte Bianco chiuderà, isolandoci ancora di più” chiude il presidente di Confindustria VdA.

I dati

Il report segnala “Un sostanziale raffreddamento del clima economico, che intacca anche le previsioni occupazionali”, mentre “il saldo tra ottimisti e pessimisti passa da +28,26 per cento del terzo trimestre a -6,25 per cento. In aumento il dato relativo al ricorso alla Cassa Integrazione Guadagni che si attesta su di un +6,52 per cento”.

Peggiora il dato relativo alla produzione che si attesta su di un -8,70 per cento. In calo anche gli ordinativi che passano da un +31,82 per cento della precedente rilevazione ad un -6,38. In netto ribasso anche il dato relativo all’export dal +18,52 per cento del trimestre precedente scende a -10 per cento.

Di conseguenza peggiora la composizione del carnet ordini: aumentano infatti le aziende con ordini per meno di un mese, che ora sono il 32,43 per cento. Restano sostanzialmente stabili, invece, quelle con visibilità 1-3 mesi (dal 33,33 per cento al 29,73 per cento). Diminuiscono quelle con visibilità oltre i tre mesi (dal 50 per cento al 37,84).

L’insieme di questi fattori pesa inevitabilmente sugli investimenti: quelli per gli ampliamenti si attestano su di un +20,51 per cento, quelli per sostituzioni sul +30,77 per cento. In aumento rispetto allo scorso trimestre la percentuale degli imprenditori che non prevede di fare nessun investimento e che ora si attesta su di un +49 per cento.

In lieve peggioramento anche il tasso di utilizzo impianti, che fa segnare un +69,71 per cento. La media complessiva dei tempi di pagamento è di 56 giorni – dato in miglioramento rispetto alla precedente rilevazione – e di 51 giorni per la Pubblica amministrazione.

C’è però un dato – l’unico – in controtendenza: diminuisce infatti il numero di imprese che segnala ritardi negli incassi, passando da un 39,13 per cento del trimestre precedente al 31,43 per cento attuale.

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