Houston o meglio quinto piano di Piazza Deffeyes abbiamo un problema. Lunedì 14 settembre gli alunni rientreranno in classe, ma non tutti avranno ad attenderli tutti gli insegnanti.
A denunciare il record di posti vacanti per l’anno scolastico 2020/2021 è il coordinamento “professori senza cattedre” che parla in una nota di “disastro annunciato”.
Secondo i dati forniti dal Coordinamento le cattedre vuote sono 241 cattedre sulle 445 indicate come necessità dall’organico di fatto, “con alcuni vuoti clamorosi”: alle medie sono rimasti vuoti 17 posti di francese (su 27), 14 di matematica e scienze (su 24), 6 di inglese (su 7). Non va meglio, secondo il coordinamento, alle superiori con 11 posti liberi di matematica su 12, 7 di matematica e scienze su 11, 12 su 23 nelle discipline letterarie.
“I numeri più drammatici – spiega ancora la nota – riguardano la copertura dei posti su sostegno, ossia quelli destinati a supportare gli alunni che più hanno bisogno di competenza, esperienza e continuità: alle scuole medie sono rimasti vuoti 43 posti di sostegno su 53 e alle superiori 17 su 33″.
Una situazione determinata, spiega i docenti del Coordinamento “Professori senza cattedra”, dalla mancanza da almeno sei anni di percorsi abilitanti alla professione. A questo si aggiunge la decisione di indire, in piena pandemia, tre concorsi diversi con tre modalità “diverse e vaghe, e che si presteranno inevitabilmente a conflitti e relativi ricorsi, come da italica prassi.” Procedure concorsuali per 166 posti che non avrebbero comunque, spiega il Coordinamento, permesso di coprire i posti vacanti.
Le cattedre rimaste scoperte sono assegnate in questi giorni tramite chiamate dirette dei dirigenti scolastici a chi ha inviato alle scuole la cosiddetta MAD, ossia la messa a disposizione tramite curriculum vitæ.
“Un sistema sì legittimo, che da una parte permette un primo accesso alla professione e dall’altra la risoluzione rapida di un’emergenza, ma non certo pensato per coprire oltre il 50% delle cattedre libere: è evidente, infatti, che l’obbligo di scelta tramite MAD – proseguono i docenti – non offre garanzie assolute di trasparenza e in queste settimane (a disastro cattedre previsto da tutte le istituzioni) ha costretto segreterie e docenti a passare in rassegna centinaia di curricula alla ricerca disperata di quei pochi aventi i titoli richiesti dalla disciplina di insegnamento e – se possibile – almeno un briciolo di esperienza soprattutto per le cattedre cosiddette difficili”.
I docenti senza cattedra ricordano come nel resto d’Italia siano state riaperte le graduatorie provinciali.
“Il precariato non è un’etichetta per una categoria di insegnanti, ma un male della scuola italiana. – ricorda la nota – In Valle d’Aosta gli insegnanti cosiddetti precari non solo non sono tali da coprire esclusivamente malattie, gravidanze, aspettative, ma sono regolarmente in servizio ogni anno, nel migliore dei casi dal 1° settembre al 31 agosto, spesso nella stessa istituzione scolastica per anni consecutivi”.
L’emergenza sanitaria, concludono i professori senza cattedra, “avrebbe potuto e dovuto rappresentare un’occasione per investire nuovamente sulla scuola valdostana che negli ultimi anni ha subito pesanti tagli. Invece, oltre ad un aumento irrisorio degli organici – soprattutto per le scuole secondarie di primo e secondo grado, ma anche sull’infanzia permangono criticità – e comunque destinato ad esaurirsi ad emergenza conclusa, la ripresa a settembre vedrà ancora la presenza di alcune classi composte da 27 alunni e, fatto ancor più grave, con la presenza di più alunni con disabilità sullo stesso gruppo classe”.