Tassa di soggiorno, l’Interski critico: “Bisogna rivederla”

Nella stagione i clienti Interski sono stati 11.170, 'con un +2% nonostante la congiuntura negativa, per un valore per la Valle di circa 7 milioni di euro'. 'Questa gallina dalle uova d'oro - sottolinea il managing director - è minacciata dalla tassa"
Economia

Contro la tassa di soggiorno, istituita la scorsa estate, si abbattono ora le critiche dell’Interski. "Forse è arrivato il momento di rivedere la tassa di soggiorno in Valle d’Aosta, un sistema assurdo, un autogol spettacolare. Sarebbe meglio incoraggiare l’eventuale turista a venire piuttosto di scoraggiarlo imponendo delle tasse di benvenuto’. Cosi in una nota Colin McIntosh, managing director di Interski, tour operator britannico che organizza vacanze sulle neve in Valle d’Aosta dagli anni ’80.

Di fronte al calo di presenze di italiani all’inizio del 2013, Interski sottolinea che nelle prossime due settimane sono in arrivo oltre 2.000 sciatori dalla Gran Bretagna e che nella stagione in corso i clienti sono stati 11.170, ‘con un +2% nonostante la congiuntura negativa, per un valore per la Valle d’Aosta di circa 7 milioni di euro’.

‘Questa gallina dalle uova d’oro – prosegue McIntosh – è minacciata dalla tassa di soggiorno, dal costo per i maestri di sci stranieri e le lezioni. Saremo così obbligati ad aumentare le tariffe e perderemo la nostra competitività, indirizzando i clienti verso altre zone come Francia, Austria e Svizzera’.

Secondo Colin McIntosh la tassa di soggiorno vale per gli inglesi circa 60mila euro, altrettanti l’interski li deve spendere per la "vigilanza" ovvero un servizio obbligatorio imposto a tutti i maestri di sci stranieri. A questi si aggiungono poi altre spese legate alla scelta di modificare il rapporto fra maestro e allievo portandolo da 1 a 10 a 1:8 che portano i costi operativi a un più 25% ovvero 120 mila euro.

"Interski – sottolinea ancora il managing director – vende un solo prodotto: lo sci in Valle d’Aosta. I nostri sforzi rappresentano il 10% del mercato scolastico brittanico, una percentuale enorme, consacrata unicamente alla Valle d’Aosta. "

E sulla scelta della Regione di rispondere alla crisi andando alla ricerca di nuovi mercati, McIntosh scrive: "Bravi ma perché non farlo verso il mercato Interski, sicuro, efficace, sperimentato, affidabile e presente in Valle d’Aosta da 29 stagioni ma ora minacciato".

 

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