Si chiama impalcato stradale ed è, al tempo stesso, la parte a terra del tunnel del Monte Bianco e la volta del cunicolo di sicurezza che scorre sotto il traforo. Nel 2018 ne erano stati sostituiti 555 metri e, a breve, l’intervento ripartirà. L’obiettivo, per quest’anno, è di risanarne altri 1.136 metri (pari a 453 lastre) in tratti adiacenti. La preparazione dei lavori è già avviata dallo scorso gennaio e vedrà le chiusure temporanee della galleria, necessarie all’entrata in funzione degli avveniristici cantieri, dal 27 marzo. Se tutto procederà senza intoppi, il sipario su questa seconda “tranche” di rinnovamento dell’impalcato calerà con il 19 giugno.
Cifre e dettagli dei lavori sono stati forniti nella mattinata di oggi, giovedì 11 marzo, a Courmayeur, da Riccardo Rigacci, direttore gerente del Gruppo Europeo di Interesse economico del traforo, l’entità che raggruppa le concessionarie italiana e francese nella manutenzione e gestione unitaria del traforo. Accanto a lui, Grégory Schwarshaupt, direttore del Geie nominato dalla società francese. Entrambi hanno sottolineato come la capitalizzazione dell’esperienza precedente consenta oggi di intervenire su un tratto di galleria lungo più del doppio di allora, ma con costi e fermo della circolazione che non si moltiplicano per due, anzi.
Un investimento da 17 milioni
L’investimento previsto, interamente sostenuto dal Geie, è di 17 milioni di euro (nel 2018 fu di 10, quindi il 70% in più), mentre le ore di chiusura del tunnel previste sono 408 (appena il 6% in più di tre anni fa, quando ne occorsero 385). Le 31 interruzioni al traffico programmate saranno prevalentemente notturne: per 26 volte i semafori rossi si accenderanno dalle 19.30 alle 6 del mattino seguente. Completeranno il quadro uno “stop” domenicale da 13 ore effettive di lavoro e altri quattro da 30 ore. Pur nell’incertezza degli scenari di mobilità legati alla pandemia, la scelta del Geie è stata di far trascorrere il periodo pasquale e di iniziare subito dopo.
La stretta programmazione, e la necessità di riaprire al traffico dopo ogni notte di lavoro, ripristinando il collegamento tra Italia e Francia (in esercizio dal 1965), costringe – hanno detto i due manager – a funzionare come “un orologio svizzero”. Una volta svuotato dai mezzi in transito, i due cantieri (uno per lato della galleria) si aprono. Gli operai effettueranno la rimozione dei marciapiedi, quindi l’impalcato a terra verrà tagliato in parti corrispondenti agli elementi da posare (è previsto un avanzamento di 45 metri a notte) ed entreranno camion e il carro ponte, vero “uovo di colombo” dell’intervento di risanamento, che solleverà le lastre a terra e poserà le nuove. Così fino all’alba, ma non prima di aver completato i test di sicurezza per ridare il via agli ingressi.
Il cantiere italo-franco-svizzero
La composizione della compagine aziendale coinvolta sarà italo-franco-svizzera, con la direzione dei lavori affidata alle imprese “Quadric”, “Sws” e “Artelia” e la loro realizzazione a cura di “Bouygues Travaux Publics” e “Colas”. I carri ponte, realizzati appositamente per operare nel tunnel, sono di “Rowa tunneling logistics”. Come nel 2018, il Geie ha pianificato anche una campagna di comunicazione per informare sulle chiusure al traffico: il calendario sarà distribuito a tutti gli utenti, verranno eseguite inserzioni stampa e il calendario della app “Tmb” (assieme al sito del traforo) sarà aggiornato costantemente.
Pandemia e traffico: scomparsi i bus
Con l’occasione, Rigacci ha anche fornito i dati su come la fase pandemica si stia riverberando sui transiti nel tunnel. Rispetto all’inizio del 2020, il traffico leggero è diminuito del 70%. Praticamente scomparsi i bus, che fanno registrare un -96% di passaggi. L’incidenza dell’epidemia, invece, è più leggera sul traffico pesante, evidenziando un -6.5% del volume. “Con marzo – ha sottolineato il direttore – il raffronto cambierà ancora, perché l’anno scorso ci fu il ‘lockdown’ italiano, e poco dopo quello francese, che ridussero molto” l’uso del traforo.
I lavori sulla volta nel 2022
Sta comunque andando avanti, oltre al risanamento dell’impalcato, l’iter dei lavori che riguarderanno la volta della galleria. Un paio di settimane fa è stata pubblicata la gara europea per individuare le imprese che dovranno eseguire i lavori e la loro progettazione. In procinto anche l’appalto per reperire la struttura di ingegneria che dovrà dare assistenza tecnica al committente. In questo caso, “l’impatto della chiusura lo conosciamo, si ipotizzano due mesi”. Essendo la “finestra ottobre-novembre quella di minor impatto sull’economica delle due valli” e considerato che “i tempi di aggiudicazione non ci consentono di centrarla per quest’anno”, sarà “un tema dell’autunno 2022”.
Niente seconda canna
Infine, sollecitato da un giornalista, il direttore gerente del Geie ha affermato che al gruppo economico “non risulta” che nei “Recovery plan” italiano e francese siano inclusi investimenti sul traforo, ma “la domanda andrebbe rivolta più che altro alle concessionarie”. Allo stesso modo, “progetti di costruzione di nuovi fornici, o similari, (la seconda canna del tunnel, ndr.) al momento non sono circolati. Sono idee, che a volte riaffiorano, ma al momento nulla”.