Rivedere la delibera regionale sullo smart working, che esclude le lavoratrici e i lavoratori part-time. E’ quanto chiede la Consigliera regionale di Parità, Katya Foletto, dopo aver ricevuto una lettera firmata da venti lavoratrici appartenenti al comparto, le quali denunciano l’assenza di una motivazione logica o legittima per tale esclusione.
“Part-time e smart working non sono sovrapponibili: il lavoro agile rappresenta semplicemente una diversa organizzazione della prestazione lavorativa, più flessibile e meno ancorata a un rigido orario di lavoro, ma legata ai risultati” scrivono nella missiva le lavoratrici.
La Consigliera evidenzia inoltre come la normativa nazionale e il Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro del comparto funzioni centrali stabiliscano chiaramente che l’adesione al lavoro agile sia consentita a tutti i lavoratori, a tempo pieno e parziale.
L’adesione al lavoro agile ha natura consensuale e volontaria ed è consentito a tuti i lavoratori, indipendentemente dal fatto che siano stati assunti con contratto a tempo indeterminato o determinato” sottolinea Foletto. Per questo viene chiesta “la rapida revisione della delibera per promuovere un’organizzazione del lavoro più flessibile, inclusiva e rispettosa delle esigenze di conciliazione tra vita professionale e privata”.
Dal 2025 lo smart working in Regione sarà accessibile a tutti i lavoratori
26 settembre 2024
Smart working per tutti (o quasi) in Regione. Se fino a oggi potevano accedervi soltanto il 20% del personale, dal 2025 sarà liberamente accessibile a tutti i lavoratori, purché con rapporto di lavoro a tempo indeterminato e pieno e non impiegati in mansioni e settori naturalmente esclusi.
Fra gli obiettivi della nuova disciplina, sperimentale per i prossimi due anni, c’è quello di rendere attrattivo l’impiego presso l’Amministrazione regionale, “adeguandone l’organizzazione ai nuovi stili di vita delle giovani generazioni che nella scelta del posto di lavoro ritengono fondamentale il bilanciamento tra il lavoro e la vita privata (work-life balance)”; ma anche di ridurre il numero dei dipendenti con contratto di lavoro a tempo parziale, offrendo ai lavoratori la possibilità di organizzare autonomamente i tempi e i luoghi del proprio lavoro per meglio conciliarli con i tempi e le esigenze della propria vita privata e familiare. Senza contare la possibilità che il lavoro agile offre all’organizzazione la possibilità di razionalizzare e ottimizzare gli spazi presso le sedi di lavoro, anche risparmiando sulle spese correnti, e di decongestionare il traffico veicolare sulla rete viaria regionale.
I lavoratori avranno dal 2025 la possibilità di accedere a tre tipi di lavoro agile. Il primo definito ordinario, prevede un massimo di 2 giornate settimanali di smart working, “accessibile, a domanda, a tutti i dipendenti (alcuni in realtà saranno esclusi per il tipo di mansioni svolte), purché con rapporto di lavoro a tempo indeterminato e pieno”. Le giornate di smart working potranno salire a 3 settimanali nel caso in cui il lavoratore sia disabile, viva a più di 25 km dalla sede di lavoro, sia un caregiver o abbia figli minori cui si applichino gli istituti di cui alla legge 151/2001. Infine per straordinarie e temporanee situazioni di bisogno personale o familiare, le giornate di lavoro agile potranno salire fino a 5 settimanali e fino ad un massimo di 12 mesi. A quest’ultima tipologia potranno accedere anche i lavoratori part-time.
I dipendenti in smart working dovranno essere raggiungibili sia da telefono che via e-mail dalle 9 alle 14, mentre potranno organizzare la propria prestazione lavorativa dalle ore 6 alle ore 22.
“Con la transizione all’infrastruttura telefonica VOIP , che si completerà entro la fine del 2025, – si legge nella delibera – consentirà la piena e immediata risposta del dipendente, anche da remoto, alle chiamate pervenute sul numero interno dell’ufficio in modo trasparente per l’utente nonché l’utilizzo di sistemi di chat e chiamate da PC che agevoleranno l’introduzione a regime del lavoro agile superando potenziali disservizi per l’utenza e potenziando gli strumenti di interlocuzione e collaborazione interna tra colleghi”.
Con la nuova disciplina, la Regione si attende fra le 50 e 100 nuove attivazioni dal 1° gennaio 2025, che si andranno ad affiancare agli attuali 64 progetti di telelavoro, tutti riconfermati.
Una risposta
chissà che pacchia