Hervé Barmasse e il coraggio di fermarsi: stop alla scalata della parete Rupal
“Il limite, se ne esiste uno, è il bel tempo che non si presenta mai, e non certo le capacità mentali, fisiche e fisiologiche della specie umana e degli alpinisti che possono aspirare a fare qualcosa di meglio che tappezzare di corde fisse montagne che si stanno plastificando come gli oceani”. Con queste parole affidate ai social, Hervé Barmasse dice addio al suo tentativo di scalata del Nanga Parbat dalla parete Rupal, la più grande del mondo (oltre 4.500 metri), mai scalata durante la stagione invernale, insieme al tedesco David Göttler.
L’alpinismo è anche e soprattutto questo: conoscenza del limite a discapito del record o della conquista, coraggio di dire “basta”, anche quando la meta sembra essere a portata. “Non ho mai rimpianto nessuna esperienza e di certo non rimpiangerò questa”, continua Barmasse. “Con David, nei pochissimi giorni di bello in cui abbiamo salito più di metà parete con uno zaino di poco più di 10 kg, ci siamo sentiti bene, più di quanto mi potessi aspettare. Ovvio, in inverno fa freddo, c’è tanta neve, ma la scalata grazie a queste sue caratteristiche è ancora più affascinante, bella, avvincente. E per me, l’alpinismo è, e rimarrà sempre questo: esplorazione e avventura. Ma ora, anche se con rammarico, dobbiamo dire arrivederci al nostro sogno perché le previsioni a lungo termine pronosticano l’arrivo del jet stream con vento da 70 a poco meno dì 200 km/h. E come quasi sempre accade, dopo il vento così forte riprenderanno le copiose nevicate rendendo inutile l’attesa al campo base”.
Hervé Barmasse tenta il Nanga Parbat dalla parete Rupal, mai scalata in inverno
Hervé Barmasse, insieme al tedesco David Göttler e all’americano Mike Arnold, voleva tentare l’ascesa invernale al Nanga Parbat dalla parete Rupal, la più grande del mondo (oltre 4.500 metri), mai scalata durante la stagione invernale. Si tratta del versante Sud della nona montagna della Terra (8.126 metri), situata nel distretto di Diamir di Gilgit-Baltistan, in Pakistan. Il suo nome si traduce anche in “montagna nuda”.
La spedizione era prevista tra il 10 ed il 20 gennaio: “Scaleremo in perfetto stile alpino”, spiegava Hervé Barmasse, “quindi zero rifiuti lasciati in montagna, nessun campo preallestito, né aiuti dall’esterno, ossigeno o corde fisse. E questo perché il modo in cui vogliamo fare le cose è più importante della vetta che vogliamo raggiungere”. Durante la loro salita, il valdostano ed i suoi compagni hanno portato solo 15 kg di attrezzatura, un quinto del kit necessario per una spedizione in stile himalayano; idem per le corde: solo 60 metri anziché 4.500.
“L’idea di questa spedizione nasce dal ricercare il limite personale”, proseguiva Barmasse. “Anche se in questo caso si va al di sopra della propria prestazione, visto che nessuno ha mai scalato la Rupal in inverno. La strada è ancora tanta, però siamo molto motivati e siamo un bel gruppo”. La spedizione pakistana sarà seguita giornalmente da La Gazzetta dello Sport sul suo sito gazzetta.it, con un diario in diretta comprensivo di articoli, foto e, soprattutto, video, realizzati dallo stesso Barmasse dal campo base del Nanga Parbat, situato a 3.500 metri.