“Scalo libera” Alessia Refolo e Federica Mingolla si raccontano

"Scalo libera - donne alla ricerca della propria via" si è svolto ieri sera, a Saint-Vincent. Durante la conversazione con Federica Mingolla e Alessia Refolo si è parlato di paure, passioni, fatica e sport per un momento di condivisione in libertà.
Scalo Libera Nathalie Grange Alessia Refolo e Federica Mingolla
Montagna

Passione per la montagna, la natura, per uno sport che apre gli orizzonti e offre la possibilità della libertà. Questi i protagonisti di “Scalo libera – donne alla ricerca della propria via” – organizzato da Aostasera e Passaggi a Nord Ovest con la collaborazione della Biblioteca Primo Levi di Saint-Vincent -, una conversazione tra atlete, con Denis Falconieri, la giornalista Nathalie Grange, il tecnico sportivo specializzato nella disabilità Andrea Borney e lo psicologo dello sport e mental coach Roberto Greco.

Due donne molto diverse per inclinazione e carattere, ma accomunate dalla passione per l’arrampicata, due atlete che si definiscono “iperattive” e che soffrono molto di più nell’inattività piuttosto che in gara o in scalata le ospiti della serata: la paralimpica Alessia Refolo e la scalatrice e aspirante guida alpina Federica Mingolla che si sono raccontate ieri sera a Saint-Vincent. Durante la conversazione hanno condiviso le loro paure, la passione e il loro personale punto di vista sull’essere donna nello sport.

Quando scalo sono senza pensieri, ho la mente svuotata e non penso a niente” questa è la libertà che Federica sente durante la scalata; da sola nella natura, dove non c’è l’ansia della gara ma solo il piacere della fatica. Per Alessia, invece, la verticalità regala la possibilità di sentire con le mani e con i piedi e di trovare il suo percorso e il suo spazio. Come uno dei personaggi del suo nuovo libro “Cuore e coraggio. Se vuoi, puoi” lo sport rende Alessia libera di usare il suo corpo mettendosi in gioco e superando limiti sempre nuovi.

Soprannominata dalla sua prima allenatrice di scalata la Barbie climber, Alessia ha conservato con affetto il nomignolo perché esprime la sua femminilità anche nella fatica della scalata. La sua attenzione per la bellezza si mostra anche sui social, declinata nella cura della sua immagine. Si tratta di un aspetto importante per Alessia che nella sua carriera si sente un esempio per gli altri. “Quando ero adolescente ho scoperto di un’altra ragazza cieca che viveva da sola e allora ho deciso che anche io lo avrei fatto. È bastato sapere che era possibile. Per questo quando scalo e quando gareggio sento di farlo anche per gli altri”.

Per Federica, invece, l’arrampicata outdoor è un modo per conoscere se stessa. “Io faccio quello che faccio per me, perché mi piace e mi fa stare bene. L’arrampicata è la mia più grande passione, è qualcosa che fa parte di me, l’ho sentito dalla prima volta in cui l’ho provata”. Federica è una persona intuitiva e consapevole delle sue fragilità e dei suoi limiti. Vive il contatto con la natura attraverso lo sport con introspezione, un modo per capirsi e mettersi alla prova. Una conversazione a tutto tondo che continua nelle nostre interviste a Federica e ad Alessia.

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