Teheran, 14 lug. – (Adnkronos/Aki) – E’ guerra dei sessi nelle universita’ iraniane. Ha sollevato un vespaio di polemiche, infatti, l’annuncio che a partire dal prossimo anno accademico, che si apre a settembre, alcuni atenei introdurranno delle distinzioni su base sessuale, riservando dei piani degli istituti alle donne che saranno off limits per gli uomini. Il provvedimento ha scatenato la reazione indignata del presidente iraniano, Mahmoud Ahmadinejad, che si e’ smarcato dal clero ultraconservatore bollando la segregazione sessuale nelle universita’ come "superficiale e contro la scienza".
Molti osservatori hanno interpretato queste parole come l’ennesimo segnale dello scontro ormai aperto tra l’ex sindaco di Teheran e la Guida Suprema, Ali Khamenei, che ha spaccato il fronte ultraconservatore in due blocchi. Il presidente si e’ fermamente opposto a questo piano e ha chiesto al ministro dell’Istruzione, Kamran Daneshjoo, di ritirare il progetto.
Ma questo ha provocato il risentimento degli ayatollah, come il ‘falco’ Ahmad Khatami, che non ha risparmiato critiche ad Ahmadinejad, dichiarando che alle universita’ che praticano la distinzione dei sessi "dovrebbe essere data una medaglia".
Anche l’ayatollah Reza Ostadi, che guida la preghiera del venerdi’ a Qom, la citta’ santa degli sciiti, ha attaccato il presidente, sostenendo che "si e’ deciso di separare i ragazzi dalle ragazze nelle universita’ per ridurre l’immoralita’".
Sono in molti, tuttavia, a ritenere che la sorprendente presa di posizione di Ahmadinejad non sia reale, ma frutto di calcoli politici, in vista delle elezioni parlamentari del prossimo anno e delle presidenziali del 2013.
E’ il caso dell’ex deputato riformista, Fatemeh Haghighatjou, secondo cui "il presidente sa che la gente e’ scontenta per questa situazione. Egli e’ sotto attacco, per questo ha bisogno di trovarsi una nuova base di sostegno popolare".
In effetti, durante il suo mandato da sindaco, Ahmadinejad non si era distinto come campione dei diritti femminili, come sottolinea il sociologo iraniano Saeed Paivandi. La sua amministrazione, anzi, aveva approvato una legge per la separazione dei sessi negli ascensori.
Secondo Paivandi, le segregazione sessuale ha ricevuto nuovi impulsi dopo l’ascesa al potere di Ahmadinejad. "Queste politiche – ha affermato il sociologo a ‘Radio Free Europe’ – sono state seguite negli ultimi anni e il governo di Ahmadinejad le ha discusse e approvate. E solo oggi egli vi si oppone, dopo le proteste sollevate dall’opinione pubblica".
Dal 1979, anno della Rivoluzione Islamica, in Iran sono state imposte numerose leggi che hanno imposto la segregazione nei sessi negli ambienti pubblici. La separazione dei sessi avviene nelle scuole, nella metro di Teheran, dove ci sono compartimenti per uomini e donne e anche nei banchi delle universita’, dove gli uomini siedono in file diverse rispetto alle donne.
Sono efficaci per comprendere la situazione le parole dette nel 2009 dall’hojatoleslam Nabiollah Fazlali, rappresentante di Khamenei presso l’universita’ Khajeh Nasir Toosi, il quale aveva dichiarato che mettere maschi e femmine nella stessa classe e’ come "mettere del cibo davanti a un gatto". Alcuni atenei sembrano comunque voler andare dritti su questa strada, malgrado l’opposizione del governo.
All’universita’ Alameh Tabtabai, secondo il sito web ‘Kaleme’, si starebbe pensando di far frequentare le lezioni alle donne nei giorni dispari e agli uomini in quelli pari. Ma il piano di separare i sessi nelle universita’ in Iran non incontra il favore della maggior parte delle oltre 3 milioni di studentesse che frequentano le universita’.
"Loro (i religiosi, ndr) vedono come una minaccia il fatto che ragazzi e ragazze siedano gli uni accanto agli altri alle universita’ – ha affermato una giovane che ha chiesto di rimanere anonima – ma ignorano le vere minacce per la societa’, come la scarsa qualita’ dell’educazione e tutta la gente che vuole lasciare il paese. Quando le autorita’ si focalizzeranno realmente su queste questioni?".