Stoccolma, 31 mag. – (Adnkronos) – Una donna svedese di 50 anni è morta in un ospedale dell’area sud-occidentale del Paese scandinavo, per l’infezione da escherichia coli che in diverse nazioni d’Europa ha colpito oltre 300 persone provocando 14 decessi, tutti concentrati in Germania.
La donna, che probabilmente è stata contagiata proprio durante un soggiorno in Germania, è la prima vittima dell’epidemia al di fuori del Paese.
Secondo il ministro della Salute della città-stato di Amburgo, Cornelia Pruefer-Storcks, non sono i cetrioli spagnoli quelli alla base dell’epidemia provocata dal batterio E.coli in Germania.
Dall’Italia arrivano intanto rassicurazioni dal ministro della Salute Ferruccio Fazio: se anche il batterio killer dovesse arrivare in Italia, non si corre il pericolo di infezione rispettando le comuni norme igieniche. "Bisogna leggere le etichette – raccomanda – e guardare la provenienza delle verdure. Per i cetrioli che vengono dall’Italia i consumatori non devono temere nulla, quelli di provenienza non italiana devono essere lavati accuratamente, e allora non avranno nulla da temere".
Per il ministro "non si può escludere" che la variante di E. coli responsabile dell’epidemia in Germania "possa arrivare in Italia. Ma – spiega – poiché le contaminazioni delle verdure sono esterne, si può escludere che a seguito di lavaggi accurati delle mani, e soprattutto dei prodotti, si possa trasmettere l’infezione. Se vengono adottate sempre queste regole d’igiene, seppure fosse sulle verdure, il batterio non può essere veicolato all’uomo".
