Roma, 8 ott. (Adnkronos) – E’ ancora boom di cause contro le banche. E le sentenze, nel 90% dei casi, sono a favore dei risparmiatori. Il problema è che ancora manca un provvedimento legislativo che ponga con certezza fine ai comportamenti illeciti. Roberto Vassalle, l’avvocato che ha intentato centinaia di cause vincenti contro i crack finanziari in Italia, interpellato dall’Adnkronos, evidenzia come il trend del contenzioso sia in costante crescita.
“Dal 2004, dalla prima sentenza sulla Banca agricola mantovana, il flusso delle sentenze è costante e non si è ancora arrestato, con moltissimi procedimenti ancora pendenti. Nel 90% dei casi le sentenze sono favorevoli al risparmiatore perché l’intero sistema bancario ha sempre agito con grande leggerezza, pensando esclusivamente all’utile proprio e non all’interesse del cliente”, spiega il legale.
Per effetto della crisi finanziaria, prosegue, “è aumentato di molto il contenzioso generato soprattutto dalla situazione di quelle imprese alle quali è stato revocato o ingiustamente ridotto il credito e che, trovandosi in seria difficoltà, hanno necessità di difendersi dall’aggressione delle banche”.
Il problema reale, denuncia Vassalle, è che “nonostante la pioggia di condanne, i comportamenti continuano e non c’è una normativa chiara e rigorosa che può tutelare il risparmiatore”. Il panorama, sintetizza, “da una parte autorizza una certa soddisfazione perché la magistratura sta duramente reprimendo comportamenti illeciti, dall’altra è motivo di sconforto perché manca un intervento legislativo che ponga fine a questi comportamenti”. Vassalle attribuisce il vuoto legislativo “all’enorme influenza che ha il sistema bancario, come dimostra il caso della commissione di massimo scoperto”.